Artena, la maggioranza: “Come ieri, abbiamo ragione anche oggi”

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La maggioranza che governa Artena traccia un parallelo tra le vicende del 2018 e quelle di oggi e, citando un parere di febbraio del Consiglio di Stato, conclude di avere ragione “oggi come ieri”

“Come ieri, abbiamo ragione anche oggi”. La maggioranza che governa Artena, a cui il Prefetto ha prospettato lo scioglimento per gravi e reiterate violazioni di legge, risponde indirettamente a quanto sta succedendo in questi giorni. Lo fa con un lungo intervento pubblicato da romaedintorninotizie.it che riproponiamo di seguito. In sostanza la maggioranza cita la vicenda del 2018, quando il presidente del Consiglio non convocò il Consiglio comunale per la mozione di sfiducia perché la legge (art. 52 del Tuel) prevedeva che la richiesta dovesse arrivare dai 2/5 dei consiglieri assegnati al Consiglio.

All’epoca servivano 6,4 Consiglieri comunali: secondo la minoranza ne bastavano 6, secondo la maggioranza ne servivano 7. La vicenda andò al Tar, che con una sentenza diede ragione nel merito alla minoranza. Poi il Consiglio di Stato, a cui si appellò l’Amministrazione, dichiarò “il sopravvenuto difetto di interesse al ricorso di primo grado” perché ormai erano state fatte le elezioni. Così l’unica sentenza entrata nel merito fu quella del Tar.

Ora l’argomentazione della maggioranza, espressa su romaedintorninotizie.it, tira un ballo un parere (non una sentenza) della sezione consultiva del Consiglio di Stato su una richiesta che riguarda il quorum per l’approvazione delle modifiche statutarie ai sensi dell’art. 6 del Tuel. Tale quorum è dei 2/3 dei Consiglieri ma, nel caso specifico, il quoziente risulta decimale. Il parere è del febbraio scorso (leggilo qui) e ritiene che il numero dei Consiglieri da computare dovrebbe arrotondarsi per eccesso. La maggioranza ne conclude: “Questo parere dà ragione a noi con due anni di ritardo!”. E aggiunge: Oggi gli stessi personaggi ed enti rischiano di ripetere lo stesso errore“. Ecco di seguito l’intervento:

Cari Artenesi,
Vi ricordate la vicenda della mozione di sfiducia contro il Sindaco Angelini presentata da 6 consiglieri di opposizione (De Castris Fabrizio, Carocci Silvia, Imperioli Diamante Marco, Pompa Costante-voltagabbana, Palone Irene-voltagabbana e Conti Armando) la vigilia di Natale del 2018?
Vi ricordate che il Presidente del Consiglio Comunale dell’epoca dott. Alfonso De Angelis dichiarò inammissibile tale richiesta perché non valida in quanto non raggiungeva il quorum necessario stabilito dalla legge di 7 firme e non solamente 6? Vi ricordate che tutti costoro, tranne Conti Armando che firmò in perfetta buona fede, tutti i giorni non facevano che strillare sui giornali, sui social, sulle piazze e fare denunce penali e ricorsi in Prefettura contro il Sindaco, la Segretaria Comunale, l’intera amministrazione comunale e, soprattutto, il dott. De Angelis accusando tutti di commettere illegalità, di essere simili a banditi e attaccati alla poltrona, di arroganza del potere e di ogni altra nefandezza? E tutto questo perché? Perchè loro ritenevano che i due quinti dei consiglieri assegnati e previsti dalla norma per raggiungere il quorum minimo fosse uguale a 6.

Ad Artena su 16 consiglieri assegnati, escluso il Sindaco, i due quinti sono pari a 6,4. Secondo l’opposizione la frazione decimale sotto lo 0,5 si arrotondavaper difetto alla cifra intera inferiore e quindi 6 consiglieri.
Noi invece, sulla base del più semplice buon senso, amore di giustizia e di un parere pro-veritate di un noto avvocato amministrativista, eravamo convinti che legge poteva essere pienamente rispettata solo con l’arrotondamento alla cifra superiore, e cioè 7 consiglieri.

Il 21 gennaio 2019 gli stessi consiglieri chiedevano per PEC un intervento diretto della Prefettura affinchè convocasse d’imperio il Consiglio Comunale e mettesse a votazione la sfiducia firmata solo da 6 consiglieri. La cosa buffa, diciamo così, è che la Prefettura, citando un parere del Ministero degli Interni del 4.8.2015, emise addirittura il Decreto Prefettizio n. 27790 del 22 gennaio 2019 con il quale ci diffidava formalmente a convocare il Consiglio Comunale stabilendo come ordine del giorno “la mozione di sfiducia del Sindaco”. Nello stesso Decreto il Prefetto sposava la tesi dell’arrotondamento per difetto così come sosteneva l’opposizione.

Ricorderete che poi il Sindaco Angelini ricorse al TAR contro questa diffida. Ricorderete che la Prefettura per tutta risposta convocò di Autorità il Consiglio Comunale per il 14 febbraio 2019. Ricorderete, infine, che poco prima che si riunisse il Consiglio Comunale intervenne finalmente il Consiglio di Stato con il Decreto n.695/2019 che sospese la convocazione della Prefettura. Bene. Anzi male!

Oggi finalmente possiamo dire chi aveva ragione e chi torto. Infatti in data 1° febbraio 2021 è stato emesso dalla Prima Sezione del Consiglio di Stato il Parere n. 129. In questo parere il Supremo Organo amministrativo stabilisce che “..nel caso in cui il risultato della divisione del numero dei componenti l’organo collegiale (o dei consiglieri assegnati) dia un resto in decimali, debba optarsi sempre per l’arrotondamento per eccesso alla cifra intera superiore.” E questo perché “..quando la divisione riguarda numeri interi non frazionabili (i membri dell’organo) l’arrotondamento alla cifra intera inferiore (se la frazione è inferiore a 0,50) finirebbe per portare il numero reale dei componenti richiesti al di sotto della soglia minima voluta dalla norma. Questo parere dà ragione a noi con due anni di ritardo!

Noi abbiamo anticipato i tempi e fatto una battaglia di giustizia contro tutto e contro tutti. Siamo orgogliosi di aver avuto ragione non tanto per noi ma per una giustizia più giusta. Vi immaginate cosa sarebbe successo oggi se si fosse sciolto nel 2019 il Consiglio Comunale sulla base di una sfiducia firmata da un numero di consiglieri insufficienti e palesemente illegittima? Chi avrebbe pagato i danni? Oggi gli stessi personaggi ed enti rischiano di ripetere lo stesso errore. Invitiamo costoro a leggere con attenzione questo stesso parere che chiarisce, a ben vedere, anche i dubbi che ancora una volta demagogicamente e strumentalmente sollevano in CC sul voto del Vice-Sindaco. Sappiamo comunque gli uni e gli altri che siamo convinti di avere ragione anche oggi, così come avevamo ragione ieri. Qualcuno per tutto questo dovrebbe vergognarsi. Ma fortunatamente questo non è un problema nostro.
La maggioranza consiliare di Artena

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