Velletri: ecco i cinghiali. “Vanno in branchi di 9-15 esemplari” [VIDEO]

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I cinghiali esasperano e impauriscono i residenti delle zone montane di Velletri. Usano i fossi come autostrade e non si spaventano nemmeno davanti ai cani

A Velletri i cinghiali cominciano a impensierire i residenti delle zone montane. Ieri il Messaggero in edicola ne ha dato conto. Oggi pubblichiamo un video dei cinghiali al pascolo (in fondo). Quelle che vedete sono le immagini di un branco che se ne va tranquillamente a spasso vicino a un uliveto nella zona tra Velletri e Genzano di Roma. I proprietari del terreno sono lì vicino ma gli animali non se ne curano. “Ce ne sono tanti – racconta Tino Papa – vagano in branchi di 9-15 esemplari, sfondano le recinzioni e arrivano sotto casa alla ricerca di cibo anche se ci sono i cani”. I residenti sono esasperati. A volte impauriti. Anche se fino ad ora a Velletri non si sono registrati fatti gravi se non il danneggiamento di orti e colture.

Negli ultimi tempi questi animali sono cresciuti di popolazione. Da qualche tempo distruggono gli orti di Colle dei Marmi, Pilara, Colle Ottone Basso, della Parata, Ponte Minello e Acqua Lucia. Qualcuno li ha segnalati anche nella zona del Ponte Bianco. Il Parco dei Castelli Romani, in una guida, spiega: “Dopo che la razza autoctona si era quasi estinta è stata reintrodotta, a scopi venatori a partire dagli Anni Cinquanta,  la razza dell’est, con caratteristiche diverse rispetto ai cinghiali locali, più grande e prolifica, e non essendoci sul territorio un vero predatore in natura, nel caso specifico il lupo, il tasso di riproduzione molto alto ha causato le problematiche che ci troviamo ad affrontare”.

E sono pericolosi? Secondo il Parco possono esserlo in due situazioni: “La prima è quella in cui il cinghiale si trovi senza via di fuga, in questo caso, al di sotto della fisiologica distanza di sicurezza, tenderà a difendersi. La cosa più saggia da fare è fermarsi a debita distanza e, senza movimenti bruschi o rumori improvvisi, allontanarsi tenendolo d’occhio. Oppure trovare riparo su un rialzo dove non si può essere raggiunti. La seconda situazione a rischio è quella di incontrare una femmina con i cuccioli. L’istinto materno e l’impossibilità di darsi alla fuga con la sicurezza di portare in salvo tutta la prole, anche in questo caso potrebbe indurre l’animale alla difesa. Ma finché si rimane a debita distanza e non lo si spaventa la prima opzione istintiva rimarrà ancora quella di allontanarsi da noi.”

Secondo Carlo Quaglia, presidente dell’Italcaccia di Velletri, i cinghiali scenderebbero a valle, fuori dei confini del Parco, da quando nell’area protetta è tornato il lupo e da quando si sono ridotte le battute al cinghiale sotto al rifugio forestale dell’Artemisio. La sua proposta è quella di istituire, come in Abruzzo, una fascia intermedia tra il parco e le abitazioni per praticare la caccia di selezione “fatta in modo mirato con piccole squadre di cacciatori”. Secondo altri, i cinghiali scendono a valle semplicemente perché cercano il cibo che in questo periodo non trovano nei boschi. Il sindaco Orlando Pocci ha confermato che il problema c’è. Ma dovrà affrontarlo col Parco dei Castelli e la Regione.

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