Valmontone, una fattoria didattica per il “pascolaro”: bando aperto

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L’Università Agraria vuole dare in concessione 14 ettari di terreno e l’edificio lungo la strada che porta al Valmontone Outlet

Una fattoria didattica lungo la strada che porta al Valmontone Outlet. È l’obiettivo dell’Università Agraria di Valmontone per l’edificio in via della Pace. La struttura è diroccata da anni ed è sempre stata al centro di tante idee. In passato si parlava di progetti per la promozione dell’agricoltura locale. Ora ci si è orientati verso lo studio.

L’Università Agraria ha infatti pubblicato un bando per l’assegnazione della struttura e di 14 ettari di terreno circostante. Si tratta di una bando per concessione. La finalità è quella di ristrutturare l’edificio e realizzarci una fattoria didattica, da far frequentare a scolaresche e studenti. Un bando che non esclude che possano essere fatti proventi.

Le condizioni del bando che non esclude i proventi

Per ottenere la struttura bisognerà pagare un canone di almeno cinquemila euro l’anno per trent’anni. Ma non potranno partecipare tutti. Soltanto le “associazioni sociali”. Una denominazione un po’ poco chiara che comunque dovrebbe richiamare le associazioni di promozione sociale e, forse, le organizzazioni di volontariato. In ogni caso, a tagliare l testa al toro, c’è la previsioni che tali associazioni dovranno essere iscritte nell’apposito registro regionale.

Tuttavia non basterà soltanto pagare. L’assegnazione dell’immobile sarà fatta sulla base di un progetto, che l’ente valuterà. La domanda dovrà essere presentata entro il 24 novembre. Inoltre se negli anni saranno realizzati proventi, il 25% di questi andrà all’Università Agraria. L’iniziativa ha dunque una triplice finalità: creare introiti fissi per l’Università; ristrutturare l’edificio; creare un luogo di studio.

Chi potrà partecipare? Sebbene formalmente il bando è aperto a tutti, non v’è chi non veda che l’intervento è accessibile soltanto a grandi realtà. Potrebbe partecipare un’associazione nazionale oppure un’associazione di categoria che abbia il sostegno di imprese e capitali. E questo potrebbe essere una garanzia per ridare finalmente vita a una struttura da tempo abbandonata.

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