La ricetta di Anna Maria per far tornare Segni “la perla dei Monti Lepini”

Mandalo ai tuoi amici


Segui La Nuova Tribuna su Telegram (clicca qui e iscriviti al canale) o su WhatsApp (clicca qui e registrati)


 

Trasformazione e lavorazione dei marroni con l’aggiunta di marchi riconoscibili sul mercato: così Anna Maria Pizzuti vuole portare posti di lavoro a Segni

Anna Maria Pizzuti è una segnina di quelle nate a Segni, in casa, in via Alessandro Manzoni, nel centro storico, quando ancora bisognava pagare per nascere in ospedale. Da circa dodici anni è infermiera. E in questa campagna elettorale ha deciso di candidarsi al consiglio comunale a sostegno di Silvano Moffa.

Perché si è candidata?
“Perché fino ad oggi non avevo fatto politica ma ho sempre avuto modo di constatare che Segni ha tanti problemi. Io in particolare vengo dal centro storico, dove i problemi sono ancor più presenti. Mi sono candidata perché Silvano Moffa è una persona capace, che ha l’esperienza e le competenze per risolvere i problemi di Segni e non credo ci siano altre persone all’altezza per farlo. Sicuramente Silvano è la persona giusta al momento giusto, nel posto giusto e non dobbiamo perdere questa occasione unica, perché non ci ricapiterà più”.

Su cosa si dovrebbe puntare per creare un indotto economico per Segni?
“A Segni potremmo avere avere un turismo legato all’archeologia, ma c’è di più. Abbiano i castagneti e il nostro programma prevede la valorizzazione dei marroni con dei marchi che siano riconoscibili sul mercato e con una filiera che trasformi il marrone e lo valorizzi. Non possiamo continuare a svendere i marroni ai grossisti solo perché non abbiamo le strutture e i macchinari per la conservazione e la trasformazione”.

È un percorso davvero possibile?
“Mia figlia cinque anni fa ha creato un’azienda agricola che trasforma del tartufo, ed è stato facile perché Segni è un terreno fertile per quella materia prima. Inoltre abbiamo iniziato a fare la trasformazione del marrone. Siamo una piccola azienda che non può competere su grossi mercati, ma nel nostro piccolo abbiamo lavorato e trasformato il marrone facendo delle creme che vengono vendute sui mercati di nicchia”.

Pensa che sia un esempio da seguire?
“Sì, e si potrebbe fare su vasta scala, dato che Segni ha una grande produzione di marroni. Sul mercato ci sono tante castagne che vengono dall’estero e non possono assolutamente concorrere con il prodotto segnino. È giusto che ai nostri marroni venga dato il giusto valore e la giusta protezione. Se riusciremo a farlo ciò porterà posti di lavoro tutto l’anno, non solo nel periodo autunnale. Così Segni potrà tornare ad essere la perla dei Monti Lepini”.

Metti "Mi piace" per rimanere aggiornato

Non perderti nemmeno una notizia Seguici su Google News

Contatta La Tribuna
Exit mobile version