Lavoro nero e reddito di cittadinanza: denunce e sanzioni tra Artena e Cave

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Durante i controlli della Guardia di Finanza sono emerse in totale sette persone che percepivano o hanno percepito gli aiuti dello Stato pur lavorando nelle aziende di Artena e di Cave

Sei lavoratori in nero sono stati trovati dalla Guardia di Finanza a lavorare in due panifici. I due laboratori, uno ad Artena e l’altro a Cave, impiegavano in nero 2 italiani, 2 macedoni e 2 pakistani, questi ultimi senza permesso di soggiorno. Quando i Finanzieri di Colleferro hanno fatto i controlli nelle attività e hanno trovato i lavoratori non in regola, hanno approfondito la posizione dei lavoratori ed hanno scoperto che tre di loro percepivano anche il Reddito di Cittadinanza e un altro il Reddito di Emergenza.

Così il “bilancio” dell’operazione è diventato più duro. I controlli su tutto il personale impegnato nelle aziende ha portato a far emergere che erano state impiegate altre tre persone che percepivano il Reddito di Cittadinanza senza aver fatto le comunicazioni dovute. I due datori di lavoro sono stati denunciati rispettivamente alle Procure della Repubblica di Velletri e Tivoli per il reato di impiego di manodopera non in regola con la normativa sull’ingresso e il soggiorno nel territorio nazionale (i pakistani erano impiegati uno a Cave e l’altro ad Artena).

Le situazioni di indebita percezione del sussidio sono state segnalate all’I.N.P.S. per il recupero di circa 45 mila euro. Anche coloro trovati con il Reddito di Cittadinanza e di Emergenza sono stati denunciati. Alle aziende spetteranno anche sanzioni amministrative e la segnalazione all’Ispettorato del Lavoro per la prevista chiusura.

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