Il dato è tratto

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Et voilà, il ministro Salvini ce l’ha fatta. Almeno per ora, perché non è mai detta l’ultima parola! E Berlusconi a tal proposito ne sa qualcosa. Ma il punto non è solo questo, visto che sono ben 27 anni che la storia si ripete a orologeria. La questione è che siamo tornati indietro di circa 2000 anni. Siamo al 33 d. C., quando Ponzio Pilato – famoso nella storia non tanto per le sue capacità, la lungimiranza e la giustizia dispensata a piene mani – si rivolse al popolo, prono ai suoi piedi, per chiedere se volesse salvare la vita a Barabba o a Cristo.

La folla – non era certo nel numero di circa 52.000, ma molto meno – volle salvare la vita al ladrone piuttosto che a Gesù, ritenuto pericoloso per la stabilità delle istituzioni di allora. La folla non si servì certo della piattaforma Rousseau per esprimere il proprio giudizio, ma era stata la prima volta che la cosiddetta “democrazia diretta” veniva… inaugurata in un caso in cui il potere politico aveva abdicato per una decisione così autorevole. E fu così che Cristo fu condannato a morte e Barabba il ladrone salvato…in extremis.

Ora io mi chiedo – chissà quanti di voi lettori saranno d’accordo con me? – se la magnifica idea della Casaleggio e Associati di affidare l’attività legislativa – così sembrerebbe nel loro programma – alla “democrazia diretta” sulla piattaforma Rousseau, che si è dimostrata più volte uno strumento informatico difettoso e poco affidabile – numerosi sono stati in questi anni gli inconvenienti verificatisi – poco trasparente e (forse) facilmente manovrabile sia un’idea accettabile.

Qualcuno ha affermato che nel caso “Salvini” si è fatto appello alla democrazia diretta per decidere se il potere legislativo dovesse autorizzare il potere giudiziario a processare il potere esecutivo. Un’assurdità…assoluta, uno scaricare (come fece Ponzio Pilato) le responsabilità politiche sui propri militanti invece di assumersi il peso delle proprie decisioni perché incapaci di decidere. Il grande imperatore Marco Aurelio (121-180 d.C.) affermò che “il parere di 10.000 uomini (nel nostro caso di 52.000 uomini e donne, ndr ) non ha alcun valore se nessuno di loro sa niente sull’argomento”. E così sia.

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