Colleferro, il sindaco Sanna: “Per i colleferrini questa zona rossa è un’ingiustizia”

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Colleferro è uscita da poco da una zona rossa durata due settimane in cui ha fatto oltre 13 mila tamponi e ora ci rientra. Sanna: “Non si può chiudere ripetutamente senza prevedere adeguati ristori”

“Per noi colleferrini si tratta di una sorta di ingiustizia, dopo che 15 giorni di zona rossa ce li siamo fatti da poco, riportando buoni risultati nel contenimento del contagio e nella ricerca degli asintomatici”. Così si esprime il sindaco di Colleferro Pierluigi Sanna sulla nuova zona rossa regionale che coinvolge anche la città. Colleferro era uscita dalla zona rossa solo qualche settimana fa dopo 13733 test che hanno individuato 86 casi positivi.

Lo stesso sindaco aveva chiesto ristori per le attività commerciali alla Regione per arginare il “potenziale tracollo dell’economia”. Il Consiglio regionale, da parte sua, ha approvato cinque giorni fa un documento che prevede ristori per le zone rosse istituite nel Lazio.

Ora l’arrivo della zona rossa imposta dal Ministro della Salute è un nuovo colpo all’economia in una città che conta 96 casi positivi (dati 7 marzo scorso). “Le regole le rispetteremo e le faremo rispettare” ha comunque scritto il sindaco Sanna in un lungo posto (leggilo qui). “Comprendo però – ha aggiunto il Primo Cittadino – la sfiducia e la devastante amarezza di alcune categorie che a mio avviso hanno ragione. Non si può chiudere ripetutamente senza prevedere adeguati ristori”.

Per quanto potrà fare il comune – aggiunge Sanna – (e lo farà subito come promesso, come anche la Regione) non sarà mai abbastanza per soddisfare esigenze riguardo le quali solo lo Stato potrebbe intervenire sul serio. Ad alcune categorie, le meno garantite, si è aperta una ferita un anno fa; il tema è che la ferita non guarisce mai del tutto ed ogni tanto si riapre e sanguina dolorosamente, allontanando così la speranza della guarigione definitiva tanto attesa. Un grande fardello economico e psicologico”.

“Lazio zona rossa decisione illogica”

Anche a livello regionale c’è chi ritiene il provvedimento immotivato. È ad esempio di questa opinione Giancarlo Righini, Consigliere regionale di Fratelli d’Itali: “Il Lazio zona rossa – scrive – una decisione illogica e non supportata da dati. Ma per quanto tempo dovremo ancora sopportare il ministro Speranza ed il CTS da lui nominato?”

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