Artena, oggi in Consiglio tre “pietre dello scandalo” e una lettera alla Procura

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Stamattina si prevede un Consiglio comunale burrascoso tra due mozioni in discussione e una terza rimasta “nel cassetto”. C’è anche il “nodo” delle concessioni cimiteriali

Tra un’ora il Consiglio comunale di Artena si riunisce per discutere anche la proposta di costituirsi parte civile nel processo che potrebbe scaturire dall’operazione Feudo. L’indagine non è ancora chiusa ma il Consiglio discuterà la mozione delle opposizioni, attuando la stessa procedura messa in campo in occasione della costituzione di parte civile per l’uccisione di Willy Monteiro Duarte. Allora come oggi, la competenza a costituirsi parte civile entro la prima udienza del dibattimento (dopo l’eventuale rinvio a giudizio) è della Giunta comunale. Al Consiglio viene quindi chiesto un “atto politico” che impegni appunto l’Amministrazione a fare questa scelta.

È facile prevedere che nel Consiglio in seduta pubblica ci sarà una serrata discussione e, ai fini della votazione, potrebbero essere determinanti verbi, coniugazioni e virgole della proposta di delibera che sarà messa ai voti. Ma la costituzione di parte civile non sarà l’unica “pietra dello scandalo”. Ce ne sono almeno altre due.

La mozione non inserita nell’ordine del giorno

La prima riguarda il mancato inserimento nell’ordine del giorno del Consiglio di una mozione presentata dalle opposizioni nel mese di ottobre. Si tratta di una mozione che, sulla scorsa dell’omicidio Monteiro, propone al Consiglio di istituire un tavolo di ascolto delle realtà sociali di Artena. La mozione, benché il regolamento del Consiglio e il Testo unico degli Enti locali parlino chiaro, non è all’ordine del giorno.

La mozione non è stata inserita a discrezione dell’Amministrazione. Ciò anche se la legge è chiara nel far rientrare le mozioni tra i “diritti dei Consiglieri” mentre il regolamento del Consiglio comunale di Artena stabilisce anche i tempi di inserimento all’ordine del giorno: o nel primo Consiglio o entro 20 giorni, a seconda dei casi.

“Le mozioni devono essere presentate per iscritto – dice infatti il regolamento – e sono poste all’ordine del giorno della prima seduta consiliare. Questa deve aver luogo entro 20 giorni quando sia sottoscritta da almeno un quinto dei consiglieri assegnati al comune e contenga la domanda di convocazione del consiglio”. È chiaro che sta nei “giochi politici” trattare o meno le mozioni poste all’ordine del giorno, e infatti non è infrequente in altri Comuni che la discussione sia rinviata, ma intanto vanno inserite tra gli argomenti da discutere.

La richiesta al Prefetto e alla Procura

L’assenza della mozione ha fatto andare su tutte le furie le opposizioni che hanno preso carta e penna e scritto alla Procura e alla Prefettura. I Consiglieri di “Artena Cambia” e “Artena Insieme” hanno così rappresentato non soltanto il mancato inserimento della mozione ma anche altre carenze che riguardano il sindacato ispettivo dei Consiglieri comunali. Nello specifico: otto accessi agli atti negati e un’interrogazione a cui non hanno avuto risposta scritta. La lettera è accompagnata dalla richiesta al Prefetto di valutare un proprio intervento e alla Procura di valutare se ci sono ipotesi di reato.

La discussione sui rinnovi dei loculi cimiteriali

E poi c’è un terzo motivo di discussione che andrà in scena tra un’ora. La seconda mozione all’ordine del giorno riguarda la gestione delle attività di rinnovo delle concessioni dei loculi cimiteriali. Le opposizioni infatti propongono al Consiglio di impegnare il vice sindaco e la Giunta a dare disposizioni agli uffici di rivedere le modalità di rinnovo.

In particolare si chiede di tener conto della normativa e del regolamento vigenti al momento in cui le concessioni sono state rilasciate. Si vuole così evitare che i rinnovi delle concessioni rilasciate prima del 2006 avvengano prendendo in considerazione la scadenza trentennale fissata dal regolamento comunale approvato proprio nel 2006. Sarà tuttavia da considerare ancora una volta l’effettiva presenza o meno dell’atto di concessione.

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