Sulla “porta del paradiso” e dove Rama salvò Dewi dal Re di Lanka

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Dalle cascate di Tegenungan al tempio di Uluwatu, fino alle “Porte del Paradiso”: cosa vedere a Bali, in Indonesia

di Gabriele Pizzotti
La cascata di Tegenungan

Bali è una città troppo grande per una sola settimana, così ho prorogato la mia permanenza per vedere e raccontarvi altri luoghi rispetto a quelli della settimana precedente. Molte delle persone che ho incontrato in questi giorni mi hanno parlato della cascata di Tegenungan. Per raggiungerla bisogna salire oltre 100 scalini sotto il sole cocente della città. Arrivato, mi sono tuffato nelle acque bollenti della cascata mentre a pochi metri da me c’erano un paio di signori che giocavano a mettere quante più pietre possibili in equilibrio una sull’altra. Lì ho sentito alcuni turisti dire che in un tempio vicino si stava svolgendo un matrimonio. Da viaggiatore non potevo perdermelo, così ho chiesto indicazioni e mi sono precipitato lì.

Giunto al Cagar Budaya Pura Goa, anche chiamato “Tempio dell’elefante”, il matrimonio era quasi terminato ma avevo fatto in tempo per vedere ogni donna portare sopra la sua testa cesti enormi e pieni di cibo. Li portavano a Buddha, per ringraziarlo di aver fatto unire due persone in matrimonio.
Nel tempio, scolpite nella montagna, ci sono figure che rendono omaggio a tutti gli elefanti che una volta vivevano lì.

Non distante c’è un ristorante molto particolare. Ogni tavolo è sospeso su laghetti artificiali grazie a quattro piccole colonne. La città è piena di turisti, infatti molte volte è complicato trovare cibo locale: i menù sono pieni di pasta, pizza o hamburger. Chiedendo consiglio a una cameriera indonesiana ho provato un Cumi gureng, cioè una frittura di calamari, che invece che con il limone viene servita con una salsa super piccante. Ci sono anche i Sate ayam, degli spiedini di pollo che, se verrai da queste parti, vedrai ovunque. Entrambi i piatti mi fanno ancora venire l’acquolina in bocca solo solo a pensarli.

Durante una delle mie avventure, girovagando in scooter ho trovato un negozio che stava facendo un inaugurazione. Anche qui benedicono i locali ma in modo molto particolare. Prima di aprire, il proprietario, insieme ad altre persone ha lanciato una benedizione sul negozio usando dell’acqua e dei fiori con delle foglie, che sembravano dei piccolissimi cestini fatti a mano. La popolazione del posto porta in dono quei cestini ogni volta che prega.

I cestini utilizzati per pregare

L’Indonesia è costituita da circa 17.000 isole. È impossibile visitarle tutte, ma già vederne alcune per me è stato soddisfacente. Da Bali mi sono spostato verso l’isola di Nusa Penida, circa 40 minuti in motoscafo dal porto di Sanur. L’isola può essere un po’ pericolosa perché non c’è una buona connessione internet e le strade sono strette e sterrate.

Dopo circa un’ora di macchina sono arrivato a Kelingking Beach, famosa per le sue acque azzurre e anche per la sua particolare forma: viene chiamata la spiaggia del T-rex. Ma non ci sono dinosauri. Vi ho trovato invece moltissime scimmiette, che si mettevano in posa meglio di un modello per farsi scattare qualche bella foto.

Quasi al termine della giornata, insieme a un gruppo di turisti, ho avuto modo di visitare la spiaggia di Crystal Bay. Non è molto popolata e da lì si può apprezzare la tranquillità dell’isola. Vi si può godere di una vista mozzafiato e di acque calde senza grandi onde. Volendo, ci si può anche dondolare su un’altalena in riva al mare.

Crystal Bay

Tornato a Bali, il giorno seguente sarei voluto andare allo Zoo, perché non si sono mai stato. Avrei voluto accarezzare un elefante, vedere un leone da qualche centimetro o solo osservare tanti animali diversi in un giorno solo. Ma nessun tour comprendeva lo Zoo nella zona in cui ero. L’unica opzione era guidare un paio d’ore per raggiungerne uno. E così ho fatto.

Lempuyang: la porta del paradiso di Bali

Mi sono fatto coraggio e ho imparato subito a guidare tra il traffico della città. È stata una “toccata e fuga” in attesa della prossima tappa: il tempio di Lempuyang. Ci sono andato insieme a Ngurah Panji, una guida del posto che mi ha portato alle Porte del Paradiso. Lempuyang significa proprio questo e per arrivarci mi ci sono volute sette ore tra viaggio. Ma ogni chilometro ne vale la pena, perché vi si può scattare la più bella foto che si può fare su quest’isola.

Il monte Batur

Per raggiunge il monte Batur è necessario svegliarsi a notte fonda, fare due ore di macchina e altre due ore di camminata. Ho sempre amato passare il tempo immerso nella natura ma non avevo mai passato una notte scalando un monte. Anche qui non si può andare senza una guida perché bisogna affrontare un percorso di quasi 2 chilometri di pura salita.

Sul Monte Batur

La strada non è asfaltata ma piena di sassolini e tera. Si può cadere i ogni istante. Tra una caduta e una scivolata, (era inevitabile cadere) sono arrivato sulla vetta e faceva davvero molto freddo. Dopo una fatica così lunga vedere il sole che piano piano sorge e ti riscalda vale ogni singola goccia di sudore che si versa. Sono rimasto sulla vetta all’incirca un ora il tempo di fare colazione, vedere l’alba e recuperare un po’ di energia.

Il tempio di Uluwatu: la storia di Rama e Dewi

Questi 20 giorni sono volati, quando si inizia una vacanza o un viaggio sembra che il tempo non passi mai poi con un battito di ciglia ci si ritrova alla fine, me ne sono reso conto quando stavo prenotando il mio ultimo tour, ho voluto lasciare il più bello alla fine: il tempio di Uluwatu con la sua splendida Kecak. Il tempio è situato in una costa alta circa 70 metri sul livello del mare, a sud di Bali. Purtroppo per i turisti il tempio è sempre chiuso ma c’è sempre un bella vista e un percorso con molte scimmiette non proprio amichevoli.

Vista del tempio di Uluwatu

Ogni giorno si contano circa 1500 turisti che si riuniscono in un’arena per vedere, al tramonto, una danza tradizionale, senza strumenti ma accompagnata da fuoco e canti. La storia racconta, attraverso la danza, di Rama, che salvò sua moglie Dewi dal rapimento del Re di Lanka. Lo spettacolo è così bello che fa venire i brividi pensando a quelle tradizioni così diverse dalle nostre. Questo è l’esatto motivo per cui viaggio.

La storia da Rama e Dewi

Alla fine sono dovuto partire da Bali. In quella città ci lascerò un pezzo del mio cuore. Non mi sono mai sentito in pericolo né solo. Venti giorni sembrano pochi ma sono abbastanza per fare amicizie che porterai per sempre con te. Un po’ come Deulila, una ragazza con cui ho passato molti giorni e che porterò per sempre nei miei ricordi come il mio amore indonesiano. Non scorderò mai quegli occhietti così diversi dai miei…

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