Velletri, una nuova vita per la stazione: consegna alla Magni-Mirisola “vicina”

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La Fondazione intitolata a Luigi Magni e Lucia Mirisola annuncia l’avvio delle “procedure conclusive per la consegna dei locali” della stazione di Velletri da RFI

Presto i locali della stazione ferroviaria di Velletri potrebbero avere una nuova gestione. Una nuova vita improntata alla cultura. Ad annunciare “l’avvio delle procedure conclusive per la consegna dei locali” da parte di RFI è la Fondazione Museo “Luigi Magni e Lucia Mirisola”. Un distino diverso per la stazione di Velletri, dunque, rispetto alle “cuginette” di Lariano e Artena (leggine qui la storia), dismessa decenni fa quando si decise di tagliare la linea ferroviaria “Velletri-Colleferro” che oggi sarebbe invece molto utile. La fondazione di Velletri ha chiesto l’assegnazione dei locali veliterni insieme all’associazione Apassiferrati. E già si sa chi farà i lavori di riqualificazione.

“Un progetto per riqualificare il nodo ferroviario”

“La stazione – dicono dalla Fondazione Magni Mirisola – è un luogo importante che non meritava di essere lasciato nel degrado, dall’incontro avvenuto quest’estate tra l’ associazione Apassiferrati, nella persona del suo presidente Ing. Paolo Silvi, e la Fondazione Museo Luigi Magni e Lucia Mirisola, nella persona del presidente Alessandro Filippi, si è sviluppato un progetto comune di collaborazione che ha fatto scaturire l’idea di presentare a RFI un progetto di recupero e riqualificazione del nodo ferroviario attraverso la concessione in comodato d’uso degli ambienti dismessi”.

“Il progetto ha trovato subito massimo interesse e ampia condivisione da parte dell’ente proprietario – proseguono dalla Fondazione – che nonostante il periodo di ferie ha attivato subito l’iter burocratico necessario, in modo di arrivare in breve tempo a contrastare anche gli atti di vandalismo di cui il complesso di recente restaurato per la parte esterna è stato oggetto”.

Oggi siamo in grado di dire – affermano – che si sono avviate le procedure conclusive per la consegna dei locali alla Fondazione Museo Luigi Magni e Lucia Mirisola e all’ Associazione Apassiferrati che procederanno poi ad avviare un ulteriore fase quella dell’inizio dei lavori di restauro e riqualificazione, che saranno affidati per la parte progettuale sia di massima che esecutiva all’architetto Umberto Magni (nipote del maestro Magni) e per la parte pratica saranno eseguiti a mo di partenariato dalla Onefacility del Geom Marco Silvagni, azienda da sempre vicina alla fondazione e ai suoi progetti”.

Tutto questo – aggiungono – per poter restituire nel 2022 anno in cui cadrà il 160 anniversario del viaggio papale alla città la sua stazione come luogo di cultura e di turismo ma di questo avremmo tempo e luogo di parlarne. Certamente tutto questo non sarebbe accaduto senza il determinante contributo di Apassiferrati e del suo presidente Ing. Silvi che ha messo a disposizione tutta la sua passione e competenza e di questo lo ringraziamo riservandoci con un prossimo comunicato di raccontare cosa fa Apassiferrati”.

La stazione ferroviaria di Velletri nata nel 1862

Era il 13 Gennaio 1862, quando dalla stazione di Porta Maggiore (oggi non più esistente) partiva il treno oggi conservato presso la Centrale Montemartini con a bordo il Papa Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti) per compiere il viaggio inaugurale della stazione ferroviaria di Velletri. Gesto che apriva al traffico ferroviario la seconda stazione dello stato pontificio. Infatti prima c’era stata la Roma-Frascati e poi la Roma-Velletri.

Per l’occasione venne coniata una medaglia commemorativa di cui rimangono pochi esemplari. La stazione di Velletri rappresenta un luogo pregno di storia e di memoria oltre ad essere il cuore pulsante della viabilità cittadina. Vi vennero accolti i Generali Giuseppe e Menotti Garibaldi che arrivarono in città per esservi proclamati cittadini onorari. L’eroe dei due mondi arrivò nel 1875 e suo figlio Menotti nel 1891. E poi vi passarono: Re Umberto I e la Regina Margherita in vista a Velletri, la pittrice veliterna Juana Romani con Trilussa ed uno dei Lumiere, il Re Vittorio Emanuele III quando andò in città per l’inaugurazione del monumento ai caduti di Piazza Garibaldi.

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