Morì a 64 anni all’ospedale di Velletri, maxi condanna per la Asl Roma 6

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La donna di Cisterna di Latina entrò in ospedale a Velletri per una diverticolite e morì dopo 45 giorni di ricovero a causa di una setticemia

600 mila euro è il risarcimento stabilito dal Tribunale di Velletri per una famiglia che ha visto morire una donna di 64 anni all’ospedale di Velletri. La sentenza condanna in primo grado la Asl Roma 6 al pagamento. La causa della morte, avvenuta nel 2014, fu una setticemia. La donna in questione era di Cisterna di Latina. La sentenza è di oggi: si tratta della n. 837 del 2021 che ha riconosciuto la piena responsabilità dell’Asl Roma 6 per la condotta dei propri sanitari dipendenti dell’Ospedale di Velletri. Il Tribunale di Velletri ha accolto in pieno la tesi risarcitoria dell’avvocato Renato Mattarelli che ha assistito gli eredi della donna di Cisterna morta dopo 45 giorni di ricovero per una semplice diverticolite il cui trattamento le ha provocato una gravissima infezione e poi la morte.

Nel corso del ricovero la donna ha sopportato diversi interventi chirurgici, la perforazione chirurgica dell’intestino, trasfusioni, l’asportazione delle ovaie e delle tube, la dialisi e altro. Secondo l’avvocato Mattarelli, la cui ricostruzione è stata confermata dalla consulente medico-legale del Tribunale, il primo degli interventi chirurgici innescò una gravissima infezione, che i medici non riuscirono poi a contenere, nonostante altri quattro interventi di chirurgia.

A peggiorare la diverticolite vi fu anche un errore chirurgico di perforazione dell’intestino con conseguente contaminazione dell’intero organismo. “La sentenza – dichiara l’avvocato Mattarelli – rende piena giustizia al marito ed alla giovane figlia della donna deceduta. I familiari non si sono mai ripresi dalla morte della loro cara, anche in considerazione del fatto che prima del ricovero la donna di Cisterna era passata per il pronto soccorso ed aveva avuto un breve ricovero e poi dimessa perché non ci sarebbero state complicazioni”.

Fra le altre censure ai sanitari è stato imputato di non aver assistito adeguatamente la paziente durante il periodo delle feste natalizie, in cui l’infezione ha continuato a contaminare l’organismo della donna. Nei quarantacinque giorni di ricovero sono state ricomprese le festività di Natale, in cui alla donna non venne data la dovuta assistenza.

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