Doc Pellet: tutti rinviati a giudizio a Velletri

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Il Giudice per l’udienza preliminare di Velletri ha deciso: gli imputati del procedimento “Doc Pellet” andranno a processo a gennaio

Tutti rinviati a giudizio gli imputati del processo “Doc Pellet”. Il giudice per l’udienza preliminare di Velletri, Emiliano Picca, ha deciso che per gli indagati di Anzio, Nettuno, Albano Laziale e Roma il processo inizierà a gennaio.

Il giudice ha accolto la richiesta della Procura di Velletri, rappresentata dal sostituto procuratore Giovanni Taglialatela, dopo che la Cassazione ha statuito la competenza dell’ufficio giudiziario veliterno a giudicare sul caso.

Secondo l’accusa sarebbero circa 900 le persone che sarebbero state truffate dalla società che alla fine del 2018 ha messo in vendita online pellet a prezzi molto vantaggiosi, incassandone il prezzo salvo poi non consegnare il materiale ordinato.

Secondo le stime della Procura di Velletri, la truffa ammonterebbe a circa 622 mila euro. I sacchetti di pellet non consegnati sarebbero stati circa 259 mila.

Alcune decine di persone offese si sono costituite in giudizio e sono rappresentate dall’avvocato Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale dall’Associazione Codici. “Considerando il tempo trascorso – ha commentato Giacomelli – la vicenda va avanti e non si è arenata, e non bisogna arrendersi”.

“Di fronte ai prezzi estremamente convenienti – ricorda Giacomelli –, in tanti decisero di fare un ordine. Vennero creati anche dei gruppi d’acquisto. Nel giro di poche settimane, però, quello che sembrava un affare si trasformò in un incubo per i clienti. Superata la data prevista per la consegna, chi contattò telefonicamente la società per avere aggiornamenti sull’ordine trovò solo un messaggio registrato, generico e praticamente inutile”.

“Nessuna risposta – ha proseguito Giacomelli – nemmeno alle richieste di rimborso. In molti casi la merce non fu mai consegnata. Nessuna traccia del pellet pagato e nemmeno dell’azienda, perché chi si recò presso la sede legale, situata a Roma, non trovò nessun ufficio riconducibile alla società. Una brutta sorpresa, ma anche la conferma che c’era qualcosa che non andava. Avviammo un’azione legale per tutelare i consumatori. Ci siamo costituiti in qualità di parte civile ed ora siamo pronti per il processo, in cui ci batteremo affinché le vittime vengano risarcite”.

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