Depuratore: la “Provincia” sanziona il Comune. Storia italiana di ordinaria burocrazia

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Una storia di ordinaria burocrazia che finisce con il trasferimento di 2500 euro da una cassa pubblica all’altra

Quella che stiamo per raccontare sembra proprio una storia tipica italiana. Una storia di burocrazia e di inefficienze plurime che alla fine ha portato il Comune di Valmontone a dover pagare 2500 euro di contravvenzione. I soldi pubblici sono finiti in un’altra cassa pubblica, quella dell’attuale Città Metropolitana di Roma, il cui corpo di Polizia Locale ha elevato la sanzione.

Tutto gira intorno al depuratore di Valmontone e alla legge. Secondo il Testo Unico sull’Ambiente, il Comune di Valmontone (come altri Enti) avrebbe dovuto chiedere, entro il 31 luglio 2012, un’autorizzazione per il depuratore che gestisce. Poi tutta la procedura si sarebbe dovuta concludere entro il 1° settembre 2013. Il Comune di Valmontone ha presentato però la richiesta nel novembre 2016. Il 19 ottobre 2017 (undici mesi dopo) la Città Metropolitana rilascia l’autorizzazione richiesta.

Finisce qui? No. Il mese scorso la stessa ex Provincia rileva che l’autorizzazione è stata chiesta con quattro anni di ritardo. E così, con sei anni di ritardo, il corpo di vigilanza della stessa ex Provincia sanziona il Comune di Valmontone nella persona del rappresentante legale, cioè il Sindaco Latini. Come se non bastasse, la contravvenzione viene elevata a luglio per un importo pari a 258 euro ma, dopo aver visto che la legge prevede una sanzione diversa, il verbale viene integrato, portando la sanzione a 2500 euro. Il Comune paga tutto e la vicenda si chiude con anni di  ritardo. Se non è questa burocrazia…



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