“Ridateci i soldi”: il Comune di Lariano vince in Appello sul contenzioso da 700 mila euro

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La sentenza della Corte d’Appello ha stabilito che il professionista “non vanta alcun credito nei confronti del Comune di Lariano”: così l’Amministrazione è riuscita a “riprendere per i capelli” vicenda intricata a paradossale

Nel 2018 una grande polemica si innescò a Lariano sul riconoscimento di un debito da 686 mila euro per dei crediti vantati da un professionista in forza di una sentenza del 2014. Una vicenda molto intricata che per il Comune è iniziata nel 2006, quando fu tirato in ballo in una causa tra un professionista e un istituto di credito. Una banca stava recuperando un credito verso un professionista, che dal 1974 ha lavorato per il Comune, e l’Ente è stato tirato in ballo come “terzo pignorato”.

In quella fase il Comune risultava essere “debitore del debitore” ma in fase di pignoramento non rese la “dichiarazione del terzo”, cioè non dichiarò se fosse debitore o meno del professionista. Per questo si aprì un procedimento per accertare la sussistenza del debito. Malgrado fosse stato tirato in ballo, per una serie di motivi che abbiamo descritto in un’inchiesta giornalistica del 2018, il Comune si è costituito nella causa civile soltanto nel giugno 2013, quando la nuova Amministrazione prese coscienza della causa. Quella costituzione fu ritenuta tardiva dal Tribunale e la sentenza di primo grado del 2015 riconobbe al professionista il credito di 686 mila euro. Il Comune iniziò a pagare il dovuto, riconoscendo il debito, ma fece anche ricorso in Appello in un complicato procedimento.

La polemica, la proposta di transigere e la richiesta di commissione d’inchiesta

Da quel riconoscimento del debito, che rischiò di far saltare gli equilibri del bilancio, nacque una forte polemica anche politica. Le opposizioni chiesero una commissione d’indagine e rivendicarono la richiesta di arrivare a una transazione e qualcuno affermò che “continuare in questa diatriba non porterà ad altro che ad allungare i tempi e ad aumentare i costi”. L’Amministrazione, Sindaco Caliciotti in testa, rispose che “l’accertamento dei fatti deve farlo il Tribunale”. Il Consiglio finì con l’assicurazione che gli atti sarebbero stati mandati alla Procura della Corte dei Conti.

Ora la Corte d’Appello di Roma ha ribaltato la sentenza di primo grado del Tribunale di Velletri stabilendo che il professionista (citiamo un comunicato dell’Amministrazione comunale) “non vanta alcun credito nei confronti del Comune di Lariano”. Non si conosce la motivazione della sentenza ma per giustificare un’affermazione tanto netta si può ipotizzare che, come avevamo già scritto nel 2018, la Corte d’Appello abbia accettato le argomentazioni del Comune che contestava la consulenza tecnica d’ufficio.

Ora il Comune potrà “richiedere la restituzione delle somme finora versate”

La sentenza di secondo grado non è ancora irrevocabile perché si potrà ricorrere in Cassazione. Tuttavia, come sottolinea il sindaco Caliciotti in una nota, “la sentenza, ancorché non passata in giudicato, è particolarmente rilevante perché legittima il diritto del Comune a richiedere la restituzione delle somme finora versate in favore del creditore pignorante [l’istituto bancario ndr] nella procedura esecutiva presso terzi che ha originato il contenzioso”. Detto in parole più semplici: visto che la sentenza ha stabilito che il Comune non è debitore nei confronti del professionista, il Comune può richiedere alla banca i soldi che le aveva versato in quanto debitore del professionista.

Una bella notizia per almeno tre motivi

Una bella notizia anche perché 700 mila euro torneranno nelle casse del Comune, in attesa dell’eventuale ricorso in Cassazione. Una bella notizia per il Comune di Lariano, tanto più perché la causa veniva quasi considerata persa, visto che l’ente si è costituito sette anni dopo l’inizio del procedimento di cognizione. Una bella notizia, infine, perché per ora la sentenza di secondo grado, riconoscendo le ragioni dell’ente pubblico, eviterà eventuali possibili procedimenti per danno erariale su un debito così alto. Una sentenza che salva tutti (in Comune), sia chi c’era sia chi c’è. Sarà da vedere se sarà presentato ricorso in Cassazione.

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