Il coprifuoco per i ristoranti fu illegittimo: la sentenza del tribunale civile

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Ricordate il blitz delle forze dell’ordine dal ristoratore che fondò IoApro? Il Tribunale Civile annulla tutto

Come al solito capita, la giustizia arriva con i suoi tempi. Questa volta ci ha messo un anno intero per arrivare a dire che fu illegittimo il coprifuoco imposto ai ristoranti dal DPCM del Governo Conte. L’anno scorso, come ricorderete, i ristoranti furono obbligati a chiudere alle 18. Soltanto alcuni si ribellarono al provvedimento preso con un atto amministrativo dal presidente del consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, e controfirmato dal ministro della Salute, Roberto Speranza.

Quei ristoratori fondarono il movimento IoApro. Uno di loro è Umberto Carriera, ristoratore di Pesaro che in una sera del gennaio 2021 organizzò una cena nel suo ristorante. Alle forze dell’ordine che intervennero spiegò cordialmente che se non avesse fatto così avrebbe dovuto chiudere l’attività.

In forza del DPCM di Conte, le forze dell’ordine l’attività la chiusero per qualche giorno e sanzionarono il ristoratore. Oggi si sa che quell’intervento fu illegittimo perché fondato su una norma (amministrativa) illegittima.

A deciderlo è stato il Tribunale Civile di Pesaro, a cui Carriera ha fatto ricorso contro la sanzione irrogata dalla locale Prefettura. Nel dispositivo della sentenza il Tribunale ha accolto il ricorso del ristoratore. I giudici hanno quindi disapplicato il DPCM illegittimo e annullato la sanzione.

Le motivazioni non sono ancora note ma potrebbero essere facilmente intuibili. E probabilmente saranno analoghe a quelle che hanno portato, mesi fa, all’annullamento di un’ordinanza del Presidente Zingaretti in materia di personale sanitario e anziani.

Già allora tanti sostenevano che le libertà economiche e personali, oltre che quelle civili, non potessero essere limitate con atti amministrativi come i DPCM. Ci è voluto il coraggio di un ristoratore di Pesaro per farlo scrivere nero su bianco in una sentenza. Rimane da capire se mai qualcuno pagherà i danni.

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