Alfredo Serangeli è morto: una perdita enorme per il nostro territorio

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È venuto a mancare il direttore dell’Archivio Diocesano Innocenzo III: la sua ricerca storica ha portato a scoperte rilevanti a livello nazionale, a pubblicazioni pregevoli e a studi su importanti su Montefortino e sulla “Terra dei Conti” di Segni

Stamattina il direttore del museo civico di Colleferro, Angelo Luttazzi, ha dato notizia della scomparsa di Alfredo Serangeli, storico direttore dell’Archivio Diocesano “Innocenzo III” di Segni. La scomparsa di Serangeli è un “colpo al cuore” dell’attività culturale e della ricerca storica del territorio. Nella sua veste di direttore dell’archivio storico Alfredo Serangeli ha prodotto ricerche, studi e importanti scoperte che sono divenute note nei più alti ambienti culturali italiani. Basti pensare alla scoperta fatta insieme allo storico Luca Calenne sulla reale datazione del ritrovamento del Laocoonte grazie ad un incunabolo conservato presso l’archivio diocesano. Una scoperta importante (riportata nello scritto Studi Romani) che fu presentata ai musei vaticani e che anticipa la fondazione stessa dei Musei Vaticani.

A Serangeli è culturalmente debitore un intero territorio, del quale ha fatto riscoprire le “nobili origini”. Basti pensare ad esempio al lavoro fatto sui “Conti di Segni”, presentato a Valmontone in uno specifico convegno che mirava a costruire le basi per realizzare un brand culturale adatto al territorio (leggi qui l’articolo). Oppure all’impegno su Labico, dove fu più volte relatore: per la presentazione della prima monografia firmata dal professor Ronald T. Ridley (University of Melbourne) sul Ficoroni, storico e antiquario di Labico; per il libro sul primo Statuto donato alla comunità di Lugnano (Labico) dalla Contessa Fulvia Conti Sforza di Santa Flora, ad opera di Ruggero Mariani.

Ma forse, più di tutti, a Serangeli è fortemente, culturalmente, debitrice Artena. Per la città Alfredo Serangeli ha curato e realizzato il monumentale volume “della Terra di Montefortino feudo dell’Ecc.ma Casa Borghese”. Realizzato nel 2000, l’opera sul “notaro pubblico” Stefano Serangeli è ancora oggi l’imbattuta ricerca sulla Montefortino del Sei-Settecento, vista con gli occhi delle opere di Stefano Serangeli. In quell’opera confluirono studi pregevoli sulla situazione del territorio dell’epoca, sul contesto storico e sociale, sulla famiglia Borghese e sulle architetture, sulle strutture e sulle le opere d’arte realizzate all’epoca. Quello studio ancora oggi insuperato per completezza, qualità e valore dei contributi, costituisce tutt’ora la base su cui costruire una rivalutazione culturale del centro storico e della storia della città.

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