Marijuana light: altre 800 piante sequestrate. Ecco perché la vendita è illegale

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Dopo l’operazione della Finanza a Lariano, a Sezze un altro sequestro riguarda una coltivazione di marijuana autorizzata

Il sequestro a Sezze

Non c’è solo quello di Lariano tra i maxi sequestro di marijuana che fanno discutere in questi giorni. Nella città la Guardia di Finanza di Colleferro aveva sequestrato ottocento piante coltivate legalmente ma vendute illegalmente. Proprio nei giorni scorsi un altro maxi sequestro è andato a segno a Sezze.

La Finanza di Latina ha fatto dei controlli a un’azienda setina che ha sequestrato altre 800 piante di marijuana. Pure a Sezze si è trattato di un’azienda agricola autorizzata alla coltivazione di canapa sativa light.

Le analisi condotte dai laboratori incaricate dalla Procura di Latina hanno accertato la presenza di “un valore del principio attivo THC di gran lunga superiore ai limiti legali previsti dalla L. n. 242/2016”. E l’imprenditore agricolo è stato denunciato per spaccio, anche perché nell’azienda è stato trovato materiale atto al confezionamento in dosi.

I casi di Lariano e di Sezze sono differenti ma offrono l’occasione per fare il punto della situazione della coltivazione e vendita della cosiddetta “marijuana light”. Nonostante online si trovino numerosi siti che propongono in vendita infiorescenze e marijuana essiccata, definita “light”, tali commerci sono illegali. Di più: la presenza di tante offerte di questo tipo indurrebbero a pensare che vendere canapa light sia legale. E invece ci si può trovare di fronte a una denuncia per spaccio, se non a un arresto. Perché?

È bene sapere che la vendita di canapa light è stata al centro di una lunga diatriba giudiziaria. Diverse sezioni della Corte di Cassazione si sono prima espresse a favore e poi contro. Infine, con una pronuncia a Sezioni Unite, la Cassazione ha definito la questione, esprimendosi per l’illegalità della vendita.

Lo ha fatto nel 2019, con una pronuncia che analizza le leggi in vigore e afferma che la vendita di “foglie, inflorescenze, olio, resina” sono illegali anche “a fronte di un contenuto di THC inferiore ai valori indicati dalla l. n. 242 del 2016”. Questo perché la legge autorizza la coltivazione ma non la vendita al pubblico. Per completezza, ecco di seguito la massima della sentenza, riportata dal sito specialistico sistemapenale.it.

«La commercializzazione al pubblico di cannabis sativa L. e, in particolare, di foglie, inflorescenze, olio, resina, ottenuti dalla coltivazione della predetta varietà di canapa, non rientra nell’ambito di applicabilità della l. n. 242 del 2016, che qualifica come lecita unicamente l’attività di coltivazione di canapa delle varietà ammesse e iscritte nel Catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole, ai sensi dell’art. 17 della direttiva 2002/53/CE del Consiglio, del 13 giugno 2002 e che elenca tassativamente i derivati dalla predetta coltivazione che possono essere commercializzati, sicchè la cessione, la vendita e, in genere, la commercializzazione al pubblico dei derivati della coltivazione di cannabis sativa L., quali foglie, inflorescenze, olio, resina, sono condotte che integrano il reato di cui al d.P.R. n. 309 del 1990, art. 73, anche a fronte di un contenuto di THC inferiore ai valori indicati dalla l. n. 242 del 2016, art. 4, commi 5 e 7, salvo che tali derivati siano, in concreto, privi di ogni efficacia drogante o psicotropa, secondo il principio di offensività».

Cass., Sez. un., 30 maggio 2019 (dep. 10 luglio 2019), n. 30475

Dunque attenzione. Coltivare canapa sativa light è legale se poi si vende il prodotto alla filiera autorizzata per le finalità definite dalla legge. Non lo è se la stessa canapa, anche se senza THC, viene venduta al pubblico, online o in qualsiasi altra forma. I due imprenditori agricoli denunciati a Lariano e quello deferito a Sezze lo hanno scoperto a loro spese.

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