Ricominciamo? Sì, anzi no!

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Il giorno della verità, il 4 maggio, è passato ma i numerosi dubbi sulle possibilità che abbiamo di muoverci rimangono. Soprattutto ora che le briglie leggermente sciolte ci rendono ancora più confusi e, a volte, titubanti nel riappropriarci delle poche nostre limitate libertà. C’è un rincorrersi sempre più significativo da parte delle Regioni nel sciogliere i lacci ai propri cittadini e non da meno fanno i Comuni, timorosi o meno per la salute dei propri amministrati. In tutta questa confusione dovuta molto all’emergenza per il covid 19 e un poco per le incertezze di chi ci governa e/o amministra, i “perché” e i….”per come” si sono affardellati nella mia testa e, credo, anche in quella di alcuni di voi che stanno leggendo queste righe.

Una delle domande che mi sono posto in questi giorni, e rientra nei “perché”, è: se in autobus o in tram di circa 40 mq possono viaggiare -sempre muniti di mascherine e rispettosi del famoso (o famigerato?) distanziamento sociale – ben 25-30 passeggeri, perhcé in un negozio si può entrare uno alla volta? Se in una metropolitana si può viaggiare al 30% della capacità di trasporto dei passeggeri, perché in un Bar o in un Ristorante è vietato poter consumare o pranzare, anche rispettando le distanze e le protezioni previste, mentre è regolarmente aperto il Bar e il Ristorante per i parlamentari? Se il motivo è perché diviene difficile regolare i movimenti dei frequentatori mi sembra che sarebbe stato molto più semplice stabilire apposite norme per poter riaprire in sicurezza gli esercizi commerciali, soprattutto perché molti di essi rischiano seriamente di non poter più riaprire o riaprire in gravi difficoltà economiche.

Del resto con i numerosi dpcm emanati in questo periodo di norme più o meno …utili ne sono state “buttate lì” molte, anche troppe, e a volte confuse. L’altro “perché?” riguarda le messe e i funerali. E’ stato vietato in modo assoluto la partecipazione dei fedeli alla Santa Messa e ne abbiamo avuto la prova in un fatto accaduto alcuni giorni fa in un paesino del Nord Italia, in cui sono intervenuti durante la celebrazione rappresentanti delle forze dell’ordine per interrompere la messa. Non sto qui a interpretare articoli della Costituzione e del Concordato – non sta a me farlo – ma se in autobus – e mi ripeto – è permesso il trasporto, anche se limitato nel numero, di passeggeri, perché in un ambiente molto più ampio come può essere una chiesa è vietata la presenza di fedeli, rispettando sempre distanze e protezioni personali?

E poi “dulcis in fundo” – ma non sarebbe l’ultimo “perché’- i funerali, che qualcuno ha definito “La riffa per andare al funerale” di un congiunto. Ci sarebbe da ridere se non fosse che la cosa è di una gravità senza precedenti: si scherza con la morte e s’impone l’ennesimo macabro conteggio (solo 15 persone al funerale da svolgere solo all’aperto) imposto da un gruppo di scienziati, alcuni dei quali ci avevano assicurato che il “coronavirus” non sarebbe mai arrivato in Italia e che si sarebbe fermato in Cina, senza procurare un’epidemia, perché sarebbe stato solo poco più che una semplice influenza.

Io, per non creare confusione o disappunto da parte di qualcuno ho stilato la “partecipazione” alla mia morte: ho scritto i 15 nomi degli invitati che potranno partecipare al mio funerale. E se nel frattempo nasceranno altri “congiunti” dovranno sorteggiare i nomi con una semplice “riffa”, però alla presenza di un… notaio perché tutto sia legale: i nomi nell’urna (non funeraria) e il rappresentante legale estrarrà i nominativi dei… fortunati partecipanti. Nell’urna (quella elettorale, quando e se ci saranno) l’ardua sentenza.

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