Giustizia da riformare

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E’ proprio vero, il diavolo fa le pentole ma non il coperchio. Quello che sta venendo fuori in questi giorni dalla pentola scoperchiata della giustizia è un insieme di scandali, di veleni e di sospetti in uno dei poteri forti, questi sì, che è la magistratura. Almeno in una parte di essa. Sia il Csm che l’Anm si sono spaccati e dalla loro pentola fuoriescono fetori di bruciaticcio politico – era risaputo il coinvolgimento di parte della magistratura e del loro organo di controllo nella politica e specificatamente in quella di alcuni partiti. Loro negavano a gran forza e solo i creduloni potevano crederci – di una gravità sconcertante, sconvolgente.

I fatti di questi ultimi tempi dimostrano – se ce ne fosse stato bisogno!- che il marciume non sta solo in una parte della politica e in altre categorie come l’imprenditoria – come alcuni magistrati hanno affermato a gran voce – ma sta anche nelle viscere stesse della giustizia amministrata, si fa per dire, da una parte insana della stessa magistratura che li dovrebbe giudicare e li vorrebbe riformare secondo una non meglio qualificabile e quantificabile superiorità etica e morale (bandiera che viene sempre sventolata da una parte della nostra sinistra) che a quanto pare sta crollando – e ne ero più che convinto – fragorosamente perché infondata sotto ogni punto di vista.

A questo punto si dovrebbe rendere necessaria e urgente una profonda riforma della nostra giustizia, ma abbiamo un governo che litiga su tutto, figuriamoci se è in grado di metterci mano. A questo punto mi pongo una domanda: se la politica e l’imprenditoria commettono degli errori e/o dei reati è la magistratura che interviene nei loro confronti e li giudica, ma se è quest’ultima a deviare dalla retta via chi deve tappare il buco creatosi se non il legislatore, cioè il nostro Parlamento sovrano? Dobbiamo noi tutti continuare ad essere giudicati da toghe che a partire dal loro vertice hanno dimostrato faziosità, politicizzazione e ambizione mal riposta?

Una parte della magistratura – ma saranno le inchieste in corso a fare piena luce sui fatti – non è più credibile. O, come dice il magistrato Davigo, “non esistono innocenti ma solo colpevoli non ancora scoperti”? Una frase pronunciata da un magistrato che fa accapponare la pelle e dà una dimensione sconcertante sulla serenità di giudizio di certe toghe che dovrebbero, anzi, devono essere lucide ed imparziali nel giudicare. Questa è la nostra giustizia, questa è una parte delle toghe. E gli ultimissimi eventi lo dimostrano, in tutto il loro allucinante strapotere ormai fuori controllo. Meditate gente, meditate gente!

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