Coronavirus, situazione critica nella Asl Roma 5. La Cisl chiede l’Esercito

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Cgil, Cisl e Nursing Up evidenziano le condizioni critiche che si verificano a Palestrina, Colleferro e in tutti i pronto soccorso della Asl Roma 5. Secondo la Cisl i pazienti a bassa intensità di cura andrebbero affidati a Croce Rossa ed Esercito

“I pazienti a bassa intensità di cura siano affidati a Croce Rossa ed Esercito”. La Cisl di Roma e Rieti prospetta uno “sgretolamento” del sistema sanitario e chiede interventi immediati. La situazione della Asl Roma 5 è critica nei reparti covid e nei pronto soccorso. A dirlo sono i sindacati che in questi giorni hanno fatto segnalazioni e lettere alla Asl, alla Regione e pure al Prefetto di Roma. Le problematiche riguardano il Covid Hospital di Palestrina, i reparti covid di Tivoli, l’ospedale di Colleferro e i pronto soccorso di tutta la Asl Roma 5. A tutto ciò si aggiunge la richiesta dei sindaci di essere “ascoltati” dalla direzione generale nella riunione che si terrà domani.

La Cisl: affidare a Croce Rossa ed Esercito l’assistenza di pazienti covid a bassa intensità di cura

La “grave situazione nei pronti soccorso” è segnalata in una lettera della Cisl di Roma Capitale e Rieti del 9 novembre inviata al Prefetto di Roma, al Presidente della Regione e, solo per conoscenza, al direttore generale della Asl Roma 5, Santonocito. Il sindacato parla di “situazione ai limiti del sostenibile”. “I numerosi accessi da parte dei pazienti affetti da covid-19 – scrive la Cisl – stanno ormai saturando le strutture impegnandole ben oltre le proprie capacità ricettive”. Il sindacato chiede di “individuare soluzioni alternative” e di agire in fretta, prospettando lo “sgretolamento” del sistema sanitario. Le richieste avanzate dalla Cisl sono sei:

  • riconvertire le strutture private in possesso dei requisiti tecnico strutturali destinandole alla ricezione dei pazienti covid
  • trovare alberghi, palazzetti dello sport ed altro per ospitare pazienti a bassa intensità di cura affidandoli all’assistenza di Croce Rossa ed Esercito
  • rafforzare l’assistenza domiciliare dei pazienti a casa
  • rende più efficiente il sistema di tracciamento, notificando in tempo quarantene ed esiti dei tamponi
  • potenziare l’assistenza sul territorio dove convogliare tutti i pazienti no covid
  • incrementare l’organico del personale sanitario, evitando agli operatori turni prolungati che aumentino il rischio di contagio.

A Palestrina la Cgil segnala il “sovraffollamento dei pazienti positivi”

Anche la Cgil scende in campo e segnala “il pericoloso sovraffollamento di pazienti positivi al Covid-19 presso il Pronto Soccorso” di Palestrina, “che ad oggi ha raggiunto anche sessanta degenti presenti, ben oltre la capienza massima consentita”. Il sindacato segnala “numerosi pazienti ricoverati nella sala d’attesa, quattro per ogni stanza OBI, due sulla stessa barella, alcuni che da giorni sostano su una carrozzina e numerosi per il corridoio e nella sala attigua al Triage”.

E ancora: “La presenza di solo tredici erogatori di ossigeno a muro presenti nel Pronto Soccorso non sono ad oggi sufficienti per garantire il fabbisogno di un’utenza che per patologia necessita frequentemente di ossigenoterapia, causando così il posizionamento di numerose bombole di ossigeno non in sicurezza, con evidenti rischi di infortunio per il personale interessato e per l’utenza stessa”. Una situazione nella quale “non si può garantire lo svolgimento delle normali attività e la corrispondente sicurezza dei pazienti”.

Nursing Up: “A Palestrina infermieri impegnati al massimo delle loro possibilità con aumento del rischio di contagio”

In campo anche il sindacato degli infermieri, il Nursing Up. La responsabile regionale Laura Rita Santoro alla fine del mese di ottobre aveva già scritto al direttore generale della Asl Roma 5, al Ministero della Salute e alla Regione rispetto alle condizioni critiche in cui si trovano a lavorare gli infermieri nel Covid Hospital di Palestrina.

Oggi la Santoro riferisce di condizioni di lavoro “al limite”, raccontando che “nel Pronto Soccorso di Palestrina sono arrivate le barelle da campo”. Il sindacato chiede di “ripensare la rotazione dei turni nei reparti Covid” perché “lavorare 12 ore di seguito con la bardatura è allucinante”. Segnala inoltre il “rischio legato alla contrazione d’infezioni, burnout e disturbi dello stress da trauma” che potrebbero essere provocati dall’impatto con l’emergenza sanitaria.

Ma non basta: gli arrivi in pronto soccorso aumentano e secondo la Santoro ciò “è dovuto al fallimento dell’assistenza domiciliare che dovrebbe gestire i pazienti non critici”. Un’altra necessità impellente? “L’assunzione di altro personale – afferma Laura Rita Santoro – perché attualmente si è costretti ad impegnare gli infermieri al massimo delle loro possibilità e in numero non idoneo rispetto al servizio da compiere, aumentano il rischio di contagio e non permettendo nemmeno il recupero psicofisico”.

“Lunghi turni e inadeguatezza strutturale” anche a Colleferro

Criticità vengono segnalate da Nursing Up anche a Colleferro. “Dal Parodi Delfino – afferma Laura Rita Santoro – mi riferiscono che gli operatori sono impegnati in lunghi turni anche di dodici ore, costretti a vivere ogni giorno al limite delle forze. Inoltre – prosegue la Santoro – mi si segnalano nuove sezioni collocate in strutture inidonee, carenti di percorsi differenziati, dove si manifestano problemi di sicurezza e inadeguatezza strutturale. Tutto questo – dichiara la sindacalista di Nursing Up – non fa che mettere continuamente in pericolo i professionisti della salute e di conseguenza le rispettive famiglie”. Su Colleferro la richiesta è dunque quella di adottare “con estrema urgenza adeguate misure di sicurezza per chi lavora in ambiente sanitario”.

Sull’ospedale di Tivoli c’è anche un’interrogazione in Consiglio regionale

Intanto la scorsa settimana il Consigliere regionale Daniele Giannini ha presentato un’interrogazione a risposta scritta sullo spostamento del reparto di rianimazione dell’Ospedale di Tivoli accanto al servizio di emodinamica per fare dei lavori di rifacimento della pavimentazione. Nell’interrogazione si chiede quindi “con quali motivazioni, in piena emergenza sanitaria, la Asl Roma 5 abbia deciso di provvedere alla risistemazione della pavimentazione del reparto di rianimazione del presidio ospedaliero San Giovanni Evangelista di Tivoli”.

Altre richieste: a quanto ammontano i lavori; “quali conseguenze sta subendo l’utenza visto che, durante la recrudescenza della curva epidemiologica, ha assistito alla drastica riduzione dei posti letto nel reparto in oggetto passati dalle potenziali dieci unità alle attuali quattro, soglia addirittura inferiore alla dotazione originaria”; e “se lo spostamento del reparto di rianimazione, data la promiscuità con il servizio di emodinamica, abbia fatto registrare contagi Covid-19”.

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