Colleferro, domani si torna pubblicamente a parlare di lindano

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Nella mattinata di Colleferro è protagonista il convegno promosso dall’Istituto Zooprofilattico di Lazio e Toscana insieme a Retuvasa e alla Regione Lazio

Domani a Colleferro si torna a parlare pubblicamente di lindano. L’occasione è data dal convegno promosso dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lazio e Toscana insieme all’associazione Retuvasa. Un convegno che nasce nell’ambito di “Lindanet”, il progetto europeo finalizzato allo scambio di esperienze e pratiche tra le aree di diversi paesi europei contaminate da Lindano e del nuovo piano di intervento della Regione Lazio nelle aree interessate, in fase di avvio. L’obiettivo del progetto europeo è di conoscere e confrontare realtà così distanti ma accomunate da uno stesso problema, permettendo di individuare misure più adeguate in termini di spesa e di risultato.

“In sintesi, la comunicazione trasparente – dichiara in una nota Retuvasa – ha generato coinvolgimento e la partecipazione attiva in tutte le sedi dimostra una vera e propria forma di azione consapevole.
Le associazioni ambientaliste negli anni hanno contribuito a costruire questa consapevolezza, acquisendo conoscenze e informazioni, condividendole con la popolazione, collaborando con esperti ed enti di ricerca, proponendosi con le istituzioni e vincendo la riluttanza di alcune di esse a renderle pubbliche. L’incontro di sabato 10 ottobre aprirà una nuova via di collaborazione finalizzata al miglioramento delle condizioni dei siti contaminati da Lindano”.

I temi della giornata

Il seminario si tiene presso la sala Aldino Ripari (ex Konver) a partire dalle 9. I temi trattati durante la mattinata spaziano da “Lindano: evidenza di un problema non solo italiano affrontato con il progetto Lindanet” a cura di Bruno Neri, all’accordo di programma e stato di attuazione degli interventi previsti, a cura di Flaminia Tosini (Regione Lazio). Altri temi: il programma di monitoraggio delle acque, il programma di caratterizzazione del suolo e il biomonitoraggio vegetale e animale, i dati epidemiologici della Valle Sacco e infine il punto di vista delle associazioni, dei Comuni e dei cittadini.

Il tema in discussione si inserisce anche nell’ambito della necessaria bonifica dei siti inquinati della Valle del Sacco. Giova però ricordare una volta di più come il comparto agroalimentare della Valle sia ormai uscito a testa alta da queste problematiche, riprendendo generare prodotti “sicuri e garantiti”.

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