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Lavoratori e soci protestano davanti alla sede di Unicoop Tirreno
Questa mattina il CdA di Unicoop Tirreno avrebbe dovuto discutere la cessione dei punti vendita di Colleferro, Velletri, Genzano di Roma, Aprilia, Pomezia, Fiuggi e Frosinone. Avrebbe dovuto ma non l’ha fatto. Perché lavoratori e soci hanno manifestato tutta la loro rabbia verso la decisione di cedere i punti vendita proprio davanti alla sede dell’azienda. Così la trattazione del punto è stata rimandata a dopo l’incontro che si terrà dopodomani al Ministero dello Sviluppo Economico.
USB: “I manifestanti hanno bloccato la decisione”. Per ora
USB: “Pronti alla mobilitazione ad oltranza se la decisione di cedere non sarà rivista”
“La lotta dei lavoratori – prosegue la nota dell’USB Commercio – ha permesso di fermare ufficialmente il Cda e rinviare qualsiasi discussione, o decisione, a dopo l’incontro al Mise. Proprio il 26 settembre, in concomitanza con l’incontro, lavoratori e soci di tutti gli otto punti vendita hanno proclamato lo sciopero e raggiungeranno il Ministero.
Unicoop Tirreno dovrà dare risposte chiare sulle prossime scelte aziendali e garanzie in merito al mantenimento dei livelli occupazionali e salariali. L’Usb, al fianco dei lavoratori, non permetterà di retrocedere su diritti e sicurezza, così come Unicoop Tirreno ha già fatto in Campania. La Coop deve rimanere nel sud del Lazio. Il Sindacato di Base è pronto alla mobilitazione ad oltranza se la decisione di cedere gli otto punti vendita non verrà rivista.
In giornata si è registrato anche l’intervento del Sindaco di Velletri, Orlando Pocci
Va preso atto di un ennesimo intervento da parte di un Sindaco del territorio. Dopo quelli di Pierluigi Sanna (Colleferro), Lorenzon di Genzano di Roma e del Sindaco di Aprilia, è intervenuto anche il Sindaco di Velletri, Orlando Pocci. Velletri, come Colleferro, Genzano e Aprilia, è una delle città in cui si trovano i punti vendita in via di cessione.
“La paventata chiusura (va precisato che Unicoop Tirreno ha già chiarito che si tratterà di cessione ndr) della COOP – dichiara Orlando Pocci – è un motivo in più di preoccupazione visto il rischio che altri lavoratori possano vedere ridotte le proprie garanzie o, peggio, perdere il posto di lavoro come già accaduto per tante piccole realtà del settore che con l’arrivo della grande distribuzione hanno dovuto chiudere le loro attività. Purtroppo, la crisi e l’adattamento delle reti di vendita – ha affermato Pocci – stanno cambiando completamente i parametri di riferimento con i quali eravamo abituati a confrontarci. La COOP suona, tuttavia, come un forte campanello di allarme proprio per la sua storia e per la sua organizzazione territoriale volta a garantire, innanzitutto, lavoro e qualità. Confido nella possibilità – ha concluso Pocci – che l’azienda possa trovare altre soluzioni per riorganizzarsi mantenendo il marchio nelle nostre città”.