I promessi sposi incrociano le dita: dalla Valle del Sacco ai Castelli tante pubblicazioni

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La zona gialla, qualche sicurezza in più sulle norme e la ripresa delle cerimonie dal 15 giugno fanno riprendere i matrimoni che non sono stati fatti nel 2020

Col bel tempo e la zona gialla, forse bianca tra qualche tempo, torna la voglia di sposarsi. I promessi sposi che hanno saltato il matrimonio l’anno scorso hanno rifissato la cerimonia per quest’anno ed ora incrociano le dita per avverare il loro sogno d’amore, la loro cerimonia e il loro banchetto nuziale. A testimoniarlo sono soprattutto le pubblicazioni di matrimonio che vengono affisse agli albi pretori dei Comuni.

“Le pubblicazioni sono riprese a pieno ritmo e ce ne sono in media un paio al giorno” dicono dall’ufficio stato civile del Comune di Velletri dove dal 17 marzo ne sono state esposte 14. A Colleferro le pubblicazioni sono tre, ad Artena, Valmontone e Lariano 2 ognuno; 6 a Genzano; 12 ad Albano Laziale; 1 ad Ariccia; 6 a Frascati; 3 a Palestrina.

Ripartono anche i matrimoni religiosi

Tra i matrimoni si registra anche una ripartenza di quelli religiosi nella Diocesi di Velletri-Segni, anche se non c’è paragone rispetto a quelli che venivano celebrati nel 2019. “Siamo all’85% in meno – dice il cancelliere diocesano, Don Angelo Mancini – ma in questi tempi si nota un certo risveglio dei matrimoni”. Anche le chiese dunque ripartono, dopo un lungo anno in cui non si sono potute celebrare le funzioni, o la partecipazione è stata bassa, che ha portato anche a una riduzione delle offerte e a una crisi finanziaria delle parrocchie, sostenute da donazioni di istituti bancari e fondi diocesani.

C’è chi si è sposato comunque e chi non rinuncia alla cerimonia

Ma torniamo ai matrimoni. La bella stagione alle porte e l’imminente via libera ai banchetti nuziali, seppur subordinato al “green pass”, sono la speranza di quei promessi sposi che fino ad ora hanno deciso di rinviare il loro giorno più bello a quando la pandemia da coronavirus sarà attenuata o finita. Alcuni hanno scelto comunque di sposarsi senza attendere il 15 giugno. La maggior parte degli sposi ha invece rinviato tutto di un anno o a quando si potrà festeggiare come da tradizione. Le mete più ambite sono molte. Ad Ariccia c’è palazzo Chigi, a Genzano Villa Sforza-Cesarini solo per parlare dei palazzi pubblici. Poi ci sono le strutture private.

L’esperienza degli operatori del settore

Con le nuove regole si dovranno confrontare non solo i nubendi ma anche ristoratori, parrucchieri, fotografi e tutti coloro che girano intorno ai matrimoni per cercare di recuperare il tempo perduto. “È il secondo anno che il settore è fermo – spiega Giorgia Salvatori, wedding planner della The DaYes di Albano –, ora stanno ripartendo i matrimoni rinviati e quelli già fissati per quest’anno. Con il green pass, il tampone o il certificato medico si dovrebbe tornare quasi alla normalità ma l’arretrato è tanto – prosegue l’organizzatrice – e si tenta di recuperare due stagioni in una, anche se la maggior parte delle location non ha più posti liberi nel fine settimana fino a tutto il 2022”.

Per chi non rinuncia al ricevimento ci sono anche dei punti da chiarire e dei timori da scacciare. “Rispetto al passato – racconta Elisabetta Sambucci, fotografa professionista di Velletri –, quello che manca è il contatto e il divertimento. Gli operatori sono tutti vaccinati o con il tampone negativo ma tra gli invitati c’è comunque titubanza e timore”. E poi l’applicazione della normativa non è ancora chiara.

“Stiamo capendo come fare con il nuovo decreto” afferma Daniela Morelli del Casale della Regina, struttura per cerimonie di Velletri. “Per il distanziamento non c’è problema – prosegue la ristoratrice – ma dobbiamo ancora comprendere, ad esempio, se e come fare il buffet, se dovremo nominare una figura che controlli tutti i documenti agli invitati e come comportarci nel caso in cui arrivi un invitato senza i certificati prescritti”.

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