Segui La Nuova Tribuna su Telegram (clicca qui e iscriviti al canale) o su WhatsApp (clicca qui e registrati)
Dalla Polonia agli Stati Uniti, tutti parlano del centro storico di Artena anche grazie a Stefano Serafini e alla Scuola di Biourbanistica
Continua inarrestabile l’attenzione del mondo sul centro storico di Artena. Da centro non carrabile più grande d’Europa, Artena sta diventando anche il centro storico “più vivibile del mondo” e più famoso a livello internazionale. Come avevamo già scritto qualche tempo fa, la tv polacca è venuta al centro storico per intervistare Emilio, Francesco e i loro muli, quasi increduli che la raccolta porta a porta possa essere fatta in questo modo.
Insieme a loro anche il Sindaco Angelini e Augusto Angelini sono stati intervistati dalla tv che racconta il centro storico come “città senza traffico”. Nei prossimi giorni arriveranno le tv francesi e americane per dare evidenza al centro storico a due passi da Roma; prima era arrivata anche una tv svizzera, Rai1 e Repubblica.it.
Da “città senza traffico” a “posto più vivibile del mondo”
Da “città senza traffico”, sul sito statunitense Nationalreview Artena è diventata “città a misura d’uomo” grazie a un articolo che si occupa sia del centro storico sia della scuola di Biourbanistica organizzata da Stefano Serafini.
“La bellezza di Artena – scrive Nationalreview – è nella sua semplicità genuina, nella sua ribellione contro i capricci della tecnologia che hanno influenzato la pianificazione e lo sviluppo delle città in tutto il mondo“. L’articolo di Marlo Safi è stato poi ripreso anche in italiano da elle.com con un articolo di Claudia Santini che del centro storico di Artena dice: “È il posto più vivibile del mondo”.
Tanti complimenti e tanta notorietà che avrà di certo un qualche riscontro turistico ed economico in vista del quale è ancor più necessario che l’Amministrazione locale riparta anche con l’organizzazione di Artena Città Presepe (la manifestazione ideata da Loris Talone e giunta alla quinta edizione) e trovi il modo di portare avanti i progetti di cui il centro storico ha bisogno. A meno di non volerlo trasformare in un albergo riservato a “turisti dalle buone gambe”.
