“Tavoli all’esterno? Così è un fallimento”. Il grido di bar e ristoranti di Artena

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La nuova zona gialla non convince ristoratori e baristi di Artena. “È una presa in giro, il problema è lo Stato”

di Kevin Mc Nally

Con il maltempo l’apertura dei ristoranti solo all’aperto è “una presa in giro”. Per bar e ristoranti di Artena le disposizioni sulla zona gialla sono solo un palliativo. Ma c’è di più. Imprecisione nelle linee guida e inefficacia dei posti solo all’aperto: questo lamentano principalmente gli esercenti di Artena che, provati da mesi di zona rossa e zona arancione, sono chiamati con l’ultimo decreto a riaprire alla clientela con le loro attività.

Da lunedì 26 aprile infatti nel Lazio è scattata la zona gialla, che prevede per bar e ristoranti la possibilità di riprendere a offrire la consumazione sul posto. I ristoranti possono avere clienti a pranzo e a cena ma solo all’aperto, garantendo comunque i servizi di asporto fino alle 22 e la consegna di cibo a domicilio fino alle 24. Per quanto riguarda i bar invece, questi possono servire clienti ai tavoli fino alle 22, in seguito all’ultimo chiarimento della prefettura che ha prolungato il limite iniziale delle ore 18, mentre sarà vietato l’asporto a tutti quelli con codice ATECO 56.3. Ma va ricordato che per i clienti vale il coprifuoco alle 22: da quell’ora tutti devono già essere a casa.

“Misure insufficienti per riprendere a lavorare serenamente”

Le nuove disposizioni che vorrebbero fare ripartire il settore sembrano essere state accolte con un diffuso scetticismo e malcontento. “Fino all’altro ieri abbiamo avuto dei problemi perché si doveva chiudere alle sei” ha detto Grazia Iengo, proprietaria del Bar Grazia in via Enrico Fermi. “Per fortuna la prefettura ha dato l’ok al prolungamento fino alle 22 – aggiunge -, perché la chiusura alle 18 ammazzava il nostro settore. E’ il pomeriggio quello che ci dà il grosso degli incassi grazie agli aperitivi. Sono comunque misure che, accompagnate da ristori inadeguati, non sono sufficienti a riprendere a lavorare serenamente”.

“La prefettura – dice Lella del Bar del Passeggero – ci ha dato la possibilità di aprire fino alle dieci di sera, ma dalle 18 in poi possiamo servire la gente solo seduta al tavolo e ci negano anche l’asporto perché è consentito solo ai bar con la cucina. Poi il permesso di avere i posti disponibili all’aperto solo di sera lascia il tempo che trova, fa ancora troppo freddo! Le disposizioni oltretutto cambiano troppo spesso, questo crea una confusione tale che non ci si capisce più niente.”

Anche i ristoratori criticano la vaghezza delle nuove disposizioni e l’obbligo di servire solo all’aperto. Claudio, proprietario de “Il Mercato Ristorante Enoteca”, è particolarmente contrariato ai tavoli solo aperto: “La zona gialla permette una situazione certamente migliore, ma il grosso problema è che le condizioni metereologiche ancora non consentono di avere molti clienti all’aperto, in particolare la sera che diventa del tutto proibitivo

I ristoratori: “Questa zona gialla è una presa in giro”

Con la zona gialla le cose sono migliorate? Domenico, amministratore de “I Sapori del Borgo” a Valle dell’Oste, pensa di no: “Questo provvedimento è una presa in giro. Non c’è nessun miglioramento rispetto alla zona arancione, anzi è anche peggio. Si tratta di un decreto piuttosto vago e confuso. Non ci sono linee guida chiare nelle disposizioni che arrivano – afferma il ristoratore -, il provvedimento rimanda semplicemente al decreto del novembre 2020 quando è stata istituita per la prima volta la zona gialla. Dobbiamo avere disposizioni più precise a seconda della tipologia di locale altrimenti si vive costantemente nell’incertezza. Oltretutto io ho molto spazio all’interno del mio locale: sarebbe bastato farci aprire anche dentro con qualche tavolo in meno e le finestre aperte. Non sarebbe come mangiare fuori? Se proprio hanno paura che il contagio si diffonda nei luoghi chiusi – conclude – sarebbe stato più semplice aprire direttamente il primo maggio con delle misure meno severe.”

Di fronte alle nuove norme, c’è chi riesce comunque a lavorare un po’ e chi invece è in difficoltà. “Più casa che bottega” di Umberto Lanna in piazza Galilei, ad esempio, ha visto la sua clientela diminuire drasticamente. “Io le dico che all’esterno ho solo 8 posti adesso – dice Umberto -, contro i 35 di cui disponevo nella sala al chiuso. Ho perso una fetta di clienti enorme, è una situazione tragica”. “Se ho delle richieste al comune? Con l’amministrazione a livello locale non mi posso lamentare – risponde il ristoratore di piazza Galilei -, hanno anche firmato la lettera per farci restare aperti fino alle 22. Il problema è a livello statale, è il DPCM che ci affossa in partenza. Tutti i problemi che lamentiamo noi sono di competenza nazionale o regionale, e questa nuova zona gialla a me non sembra far intravedere dei miglioramenti rispetto a prima. Sono misure che per ripartire dopo la zona arancione non bastano.”

Baristi e ristoratori continuano dunque ad essere in difficoltà, e la situazione continuerà per tutto il mese di maggio. Una zona gialla che quindi più che un momento per respirare fa ancora stringere i denti in attesa di misure meno restrittive.

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