Paffetti (Pd) fa appello all’unità ma Artena è crocevia di divisioni anche territoriali

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Il segretario cittadino del Pd di Artena, Roberto Paffetti, inneggia all’1,8 milioni di elettori che hanno votato alle Primarie del Pd in Italia, fa il confronto con Lega e Cinque Stelle e lancia l’ennesimo, inascoltato, appello all’unità del Partito ad Artena. Un appello che si confronta con la realtà di una città che andrà alle urne con diversi candidati sindaci vicini (o del) Partito Democratico.

Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato alle Primarie del Partito Democratico – ha affermato Paffetti –, che con la loro espressione di voto ancora una volta hanno consentito di dare dimostrazione di democrazia e pluralismo. I partecipanti, con questa consultazione hanno dimostrato che la partecipazione “Quella Vera” e non i “Clic ” è cosa fondamentale per la vita di un partito. 1.800.000 voti attestano che il Partito Democratico è una realtà viva e pulsante, al contrario di chi sosteneva che era un malato terminale. Negli altri partiti per eleggere i loro leader hanno avuto 37.000 ” Cilc ” Di Maio e 15.000 voti Salvini, questa è la differenza tra noi e loro. Oggi cominciamo a scrivere una nuova storia con il nuovo Segretario per il nostro Partito e per il nostro Paese con orgoglio. Siamo vivi più di prima specialmente per chi ci ha sempre creduto“.

Quindi l’appello all’unità: “Come come dice Zingaretti, è giunto il momento dell’unità e del cambiamento. A tal proposito è necessario che questo slogan venga attuato anche nel nostro paese poiché alla viglia delle scadenze elettorali, ancora una volta, siamo divisi. Mi adopererò per ricercare tutte quelle soluzioni che consentano un percorso unitario del partito, per questo lancio un appello dalle colonne di questo giornale affinché il popolo di sinistra collabori alla riuscita dell’unità del Partito. A nome del circolo del Partito Democratico in occasione dell’8 marzo invio un virtuale ramoscello di mimose a tutte le donne di Artena“.

La candidatura della Carocci è ufficiale. Le divisioni territoriali e di corrente persistono

Proprio oggi Silvia Carocci si è finalmente decisa, tramite un video, a lanciare la propria candidatura a sindaco (è la quinta candidata). Lo ha fatto tramite Facebook invitando i suoi sostenitori all’incontro che terrà in piazza il 9 marzo prossimo. Diventa così ufficiale la candidatura e anche la conferma della spaccatura del Pd cittadino, ormai diviso da cinque anni a livello amministrativo. Tra candidati vicini e tesserati, il Pd conta l’attuale sindaco e due aspiranti sindaci (oltre ai papabili candidati di lista). Ognuno è del Pd a modo suo e tutti si presenteranno con liste civiche.

Erminio Latini, che nella Provincia che fu è stato uomo di Zingaretti, negli ultimi anni si è avvicinato al Pd ma ha un elettorato tutto suo, fondato su rapporti amicali, parentali e sugli oltre 12 anni in cui ha fatto il Sindaco. Da sempre sono del Pd anche Silvia Carocci e Felicetto Angelini. Ma se quella di Latini è una vicinanza ideale, quella di Carocci e Angelini è anche pratica e risente delle divisioni storiche e politiche che risalgono all’epoca dei Ds e al rapporto della componente democristiana.

Oggi si aggiunge una divisione in più: quella territoriale. La Carocci è politicamente vicina alla “cordata” dei Sindaci che stanno costituendo Minerva e ha, in qualche modo, il loro sostegno. Angelini invece sta portando avanti da anni una politica d’indipendenza rispetto alle dinamiche del Pd di Colleferro e degli altri. In questo senso il livello politico rappresenta in parte anche quello economico-imprenditoriale. Il solco è stato tracciato con la vicenda di Lazio Ambiente, con la gara per la raccolta differenziata e con l’affidamento dei tributi al CEP. La testimonianza della distanza? Chi non ricorda l’eterna polemica scoppiata tra i Sindaci qualche tempo fa?

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