Contro le demolizioni “non ci sono strumenti”. “Cambiare la legge”: la proposta dei Sindaci parte da Artena

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Demolizioni, centinaia di cittadini con le fasce tricolore

Centinaia di persone riunite contro le demolizioni

Parte da Artena la proposta di cambiare la legge per salvare le “case di necessità”. I centinaia di cittadini presenti hanno infatti preso coscienza che l’unico modo per salvare le case abusive per le quali sono annunciate le demolizioni è cambiare la legge nazionale e regionale. La presa d’atto è avvenuta mentre centinaia di cittadini hanno vestito simbolicamente la fascia tricolore per manifestare vicinanza ai sindaci. Una scelta fatta a seguito dell’intervento del Sindaco di Artena nel caso della demolizione di via Pomario.

Il convegno di oggi pomeriggio è durato oltre tre ore e ha visto intervenire tecnici e amministratori. Tra gli amministratori comunali: Angelini (Artena – il promotore e organizzatore), Caliciotti (Lariano), Pucci (Rocca Priora), Marini (Albano), Di Felice (Ariccia); per Velletri è intervenuto l’assessore all’Urbanistica Orlando Pocci.

“Anche la Procura di Roma ha siglato un protocollo con la Regione”

Ma forse la notizia di maggior rilievo è stata data dai rappresentanti di Equi Diritti. Hanno dichiarato infatti che la Procura di Roma ha recentemente siglato un protocollo d’intesa con la Regione Lazio analogo a quello firmato dalla Procura di Velletri. Un protocollo con cui la Regione metterebbe a disposizione delle risorse per procedere con le demolizioni impartite con sentenza penale irrevocabile, in danno dei proprietari condannati. Della firma del protocollo non abbiamo però conferme da altre fonti. In ogni caso l’accordo si aggiunge all’azione che le Procure campane e siciliane stanno già energicamente portando avanti da almeno cinque anni per eseguire le sentenze e contrastare l’abusivismo edilizio.

L’amara verità dei tecnici: non ci sono strumenti per salvare gli abusi

Sono stati i tecnici a confermare quanto scriviamo da un anno e mezzo sul settimanale “La Nuova Tribuna” in edicola. Cioè che “quando arriva la Procura – per dirla con Iacovone, ex dirigente dall’Urbanistica della Regione Lazio – è perchè si è arrivati all’ultimo stadio applicativo della legge”.

I tecnici hanno individuato nel vincolo della doppia conformità e della presenza dei vincoli paesistici l’ostacolo legale verso le sanatorie ai sensi della legge 326/03. Il primo è contenuto nel testo unico dell’Edilizia e prevede che gli immobili costruiti abusivamente si possono sanare con un “accertamento di conformità”, indipendentemente dalla presenza di un condono, soltanto se l’immobile è conforme alle norme sia quando è stato realizzato, sia quando ne viene chiesta la sanatoria. Questo particolare vincolo comporta che anche se gli immobili sono perimetrati nei nuclei abusivi gli stessi non si possono sanare se non sono conformi al piano urbanistico vigente al momento della realizzazione. Inoltre anche se perimetrati il recupero urbanistico non sarebbe effettivo senza l’approvazione di un piano speciale. Il secondo ostacolo è quello dei vincoli paesistici imposti dalla legge regionale, che si potrebbe modificare in Consiglio regionale.

Rimane ferma l’impossibilità di sanare l’abuso se non si è presentata domanda di condono entro i termini. Per chi ha realizzato l’edificio irregolare dopo il 2003 c’è allora l’unica soluzione della perimetrazione del “nucleo abusivo” e del relativo piano speciale, l’approvazione di un nuovo strumento urbanistico e la collegata eliminazione del vincolo di doppia conformità. Il tutto per consentire “l’accertamento di conformità” e quindi quella che viene chiamata “sanatoria amministrativa”.

Da annoverare tra gli interventi dei tecnici anche quelli dei rappresentanti dell’Associazione Nuove Periferie e di Fabrizio Pistolesi, del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Architetti.

Le proposte: cambiare la legge. Caliciotti e il documento già inviato a Morassut

L’intervento del Sindaco Caliciotti. Al tavolo dei relatori il Sindaco Angelini

Alla politica è toccata la fase di proposta che in realtà era già iniziata. E che va oltre la necessità palesata dai tecnici di modificare la legge 28/80 sulla perimetrazione dei nuclei abusivi e il loro recupero urbanistico. Il Consigliere artenese Carlo Scaccia ha infatti proposto di eliminare il vincolo della doppia conformità.

Una proposta che era già stata avanzata dal Sindaco di Lariano, Maurizio Caliciotti. Il Primo Cittadino ha dichiarato pubblicamente di aver già inviato al deputato Morassut una proposta di modifica alla legge sull’edilizia in tal senso. “Da allora – ha dichiarato Caliciotti – non è successo niente”.

Il Sindaco di Lariano ha anche richiamato i tecnici e gli ordini professionali: “Smettiamola di fare il gioco dei due fronti tra politici e tecnici – ha affermato – se anche gli ordini degli architetti, dei geometri, degli avvocati e degli ingegneri fanno massa critica il risultato si ottiene. Io sono pronto a firmare un documento che impedisca di demolire le case che potranno essere ricostruite domani, perchè sarebbe un delitto buttarle giù. Ma ci dobbiamo impegnare tutti oggi perchè non è vero che le demolizioni sono soltanto ad Artena: a Lariano ce ne sono due in atto. La Procura da parte sua – ha proseguito – attua una legge e ci sono sentenze degli anni Ottanta, non di ieri. Ci sono sentenze di trent’anni passate in giudicato: ma che hanno detto quegli avvocati ai loro clienti? Muoviamoci subito per modificare il vincolo della doppia conformità e trovare una soluzione immediata”.

Il problema della “multa” e le cinquemila sanatorie “improcedibili” a Velletri

Ma non basta eliminare questo vincolo. A far notare la possibile inutilità è stato l’assessore veliterno Orlando Pocci. “Anche se si eliminasse la doppia conformità – ha affermato – la legge prevede una multa pari al doppio del valore venale dell’immobile da sanare. Un importo che potrebbe aggirarsi sui trecentomila euro per ogni caso”. Pocci ha quindi proposto di modificare l’importo della sanzione nel “doppio del valore degli oneri di urbanizzazione”.

D’altra parte demolizioni imminenti ci sono anche a Velletri. A rivelarlo è stato proprio Pocci che ha però rassicurato: “Non si tratta di case ma solo di capannoni”. L’assessore ha poi proposto di riaprire la 326/03 anche in zone vincolate. Dichiarando poi che a Velletri “sono rimaste da lavorare circa cinquemila sanatorie, quasi tutte improcedibili perchè o in fascia di rispetto dei fossi o in zone archeologiche, con vincoli sopraggiunti successivamente” alla sanatoria nazionale.

Gli interventi di Di Felice, Pucci e Marini

I Sindaci dei Castelli in prima fila

Un attacco all’assenza dell’ANCI è arrivato invece dal Sindaco di Ariccia, Roberto Di Felice: “In questa situazione – ha dichiarato – o l’Anci si muove o che è se non un club per giocatori di Bridge?”. Il Primo Cittadino di Ariccia ha anche menzionato situazioni “pirandelliane” in cui “è stato demolito l’asfalto davanti ad un capannone realizzato in modo lecito”. Il Sindaco ha infine espresso forti dubbi, dopo un nuovo eventuale condono “tombale”, sulla possibilità dei Comuni di arginare il successivo abusivismo, stanti i nuovi vincoli delle leggi di bilancio sul personale comunale.

Il Sindaco di Rocca Priora, Damiano Pucci, è convenuto sulla necessità di fare “fronte comune”. Il Sindaco ha anche affermato che “rincorriamo la soluzione di problemi degli ultimi trent’anni” e che “non possiamo avallare la ripetizione perenne di questo sistema”. Alla fine Pucci è finito per chiedersi: “Perchè trenta Comuni devono vivere questo problema quando poi ci sono migliaia di altre Procure che questo problema non se lo pongono?”. La domanda di Pucci è però smentita dai fatti e dalle azioni avviate da tempo dalle Procure campane e siciliane e, a quanto pare, da quella Capitolina. In tutti i casi il sindaco rocchigiano ha proposto che il tema della modifica della legge sia da porre nella prossima campagna elettorale.

Lapidario, su tutta la linea, il Sindaco di Albano, Marini: “Sul piano tecnico non abbiamo strumenti per trovare soluzioni rispetto a questioni concrete come la doppia conformità e l’impossibilità di dare la sanatoria in zone vincolate. E’ inutile girarci attorno: ad oggi una soluzione tecnica al problema non c’è. Bisogna muoversi con la politica regionale e nazionale”.

Altri interventi

Durante la manifestazione sono intervenuti anche i rappresentanti di Equi Diritti e dell’Associazione Calliope. Intervenuto anche un cittadino di Artena che ha manifestato il proprio sconcerto perché ha acquistato un terreno edificabile che il Comune intenderebbe dequalificare in agricolo nel futuro e non ancora adottato piano regolatore.

A conclusione dell’iniziativa è intervenuto il Sindaco di Artena. Angelini ha individuato come “unica soluzione la modifica della legge”. “Intanto proseguiremo – ha concluso – con la perimetrazione dei nuclei abusivi”.

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