“Chi paga per gli errori fatti sull’isola ecologica di Artena?”

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Mentre le minoranze organizzano la manifestazione di domani, Augusto Angelini torna a chiedere di chi è la responsabilità per aver costruito l’isola ecologica di Artena su un collettore fognario

Dopo anni Artena non ha ancora un’isola ecologica funzionante. Il tema è sempre d’attualità perché mese dopo mese i disservizi diventano sempre più insopportabili. E mentre le minoranze stanno organizzando una manifestazione per domani mattina contro l’Amministrazione comunale, tra loro Augusto Angelini torna a mettere il dito nella piaga dell’isola ecologica chiedendosi chi pagherà per quanto accaduto.

“Il progetto – ricorda il consigliere comunale di Artena Resiste – si doveva fare sul terreno di via Velletri che il Comune, con l’Amministrazione Petrichella, aveva reintegrato al patrimonio comunale. Erano circa 3 ettari e mezzo. Poi l’Amministrazione di Felicetto Angelini – prosegue il consigliere – ha spostato l’isola ecologica alle Valli anche se l’originaria destinazione era più idonea, perché si trattava di una zona rurale. Successivamente i lavori sono iniziati male. Il Comune aveva infatti espropriato un terreno per fare la strada ma nel realizzarla fu occupato un terreno di una persona diversa”.

Chi paga per gli errori fatti?”

Poi la stasi. “Quando si fa un’opera pubblica – dichiara Angelini – si fa il progetto e poi si verifica con i sondaggi se ci sono servizi nel sottosuolo, come l’alta tensione, le tubature, i resti archeologici. Si va cioè a vedere se il terreno è adeguato. Nel caso dell’isola ecologica, dopo che l’hanno costruita, l’assessore Scaccia ha dichiarato in Consiglio comunale, su mia richiesta, che i lavori erano fermi perché l’opera era stata realizzata su un collettore del depuratore”.

“Ora mi chiedo – afferma Augusto Angelini – se i sondaggi sono stati fatti bene e se il Comune si è rivalso su chi doveva verificare l’idoneità del sito. Vorrei sapere – prosegue – chi paga questo errore perché non possono pagare sempre i cittadini. A questo punto per aprire l’isola ecologica si deve spostare il collettore o la stessa isola. Questo è il modo in cui hanno amministrato. La domanda è una sola: chi paga?”

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