Artena, ok al pozzo per la società che vuole la biometano

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La Città Metropolitana di Roma ha rilasciato la concessione per reperire l’acqua necessaria alla biometano di Artena

A passi lenti ma continua. Il percorso della biometano di Artena non si ferma. Il 22 febbraio scorso la società che vuole costruire un impianto per ricavare biometano dai rifiuti organici domestici ha ottenuto un’altra autorizzazione. Si tratta in questo caso dell’ok alla realizzazione di un pozzo.

A rilasciare la concessione di derivazione è stata la Città Metropolitana di Roma con una determinazione dirigenziale. “La concessione di derivazione – dispone il provvedimento – viene stabilita in una portata massima di 4,2 l/sec, per un consumo complessivo di 4158 mc/a suddivisi in 1825 mc/a per l’uso industriale, 2253 mc/a per uso altro (lavaggio piazzali) e 80 mc/a per uso antincendio“. L’autorizzazione ha la durata di trent’anni ed è subordinata ad alcuni vincoli di rispetto ambientale.

Da quanto di apprende dalla determinazione, il sopralluogo effettuato dall’ex provincia è stato eseguito il 12 aprile 2021 (“come previsto” si afferma in determina). Scrive la Città Metropolitana dopo la visita sul posto: “(…) dall’esito della stessa è stato redatto apposito verbale di sopralluogo dal quale è risultato che le circostanze di fatto riscontrate, erano, di massima, come indicate nelle cartografie allegate alla domanda”.

Quanto alle prescrizioni, sono state notificate dall’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale. Secondo la Città Metropolitana le prescrizioni non sono state tali da impedire il rilascio dell’autorizzazione, che però è stata concessa con riserva.

Anche su questo pozzo, come in tutta la vicenda della biometano, ad Artena c’è stata polemica. Il 2 aprile 2021 l’assessore Scaccia dichiarò di essersi recato sul posto per il sopralluogo con la provincia, i cui funzionari non si erano però presentati (qui l’intervista).

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