Artena, la situazione del bilancio del Comune in un atto della Corte dei Conti

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Come sta il bilancio del Comune di Artena? Dalla delibera della Corte dei Conti, che si “intreccia” con quanto emerso nell’indagine Feudo, diverse gravi criticità e due buone notizie

Una bassa riscossione, crediti da verificare, lunghi tempi di pagamento, alcune carte da mettere a posto e interessi sui mutui da rivedere. Sono queste alcune delle criticità che la Sezione di Controllo del Lazio della Corte dei Conti riscontra nel bilancio del Comune di Artena. A metterlo nero su bianco sono stati i magistrati contabili in una delibera approvata al termine di una lunga istruttoria che ha riguardato i bilanci che vanno dal 2015 al 2019. Il documento di cui siamo venuti in possesso (e che sarà pubblicato sul sito del Comune di Artena) è di importanza rilevante per chiarire qual è l’effettivo stato del bilancio comunale e si “intreccia” con gli accertamenti fatti dalla Magistratura ordinaria nell’ambito dell’indagine denominata “Feudo”.

La bassa capacità di riscossione

La delibera della Corte dei Conti è del 18 novembre scorso ma in Comune è arrivata soltanto il 2 dicembre, il giorno dopo che i magistrati contabili l’hanno depositata. Si compone di 37 pagine ed esamina i bilanci comunali, riscontrando forti criticità e il superamento di alcune irregolarità risalenti al periodo 2015-2019. Molte di queste criticità sono già note e sono emerse anche nei dibattiti in Consiglio comunale nella precedente consiliatura. Anzi si può dire di più: alcune di esse affondano le proprio radici già negli anni 2012 e 2013, quando un’analoga istruttoria della Corte aveva già rilevato una non corretta formazione del Fondo Svalutazione Crediti e una bassa capacità di riscossione dei crediti.

Il “circolo vizioso” che si è creato

Iniziamo col dire che la criticità più rilevante riguarda la bassa capacità di riscossione dei crediti a causa di un “inefficiente sistema di riscossione – scrive la Corte – il cui rafforzamento appare condizione imprescindibile per il graduale ripiano dei disavanzi”. Proprio questa bassa capacità di riscossione secondo i magistrati contabili “ha determinato, nel tempo, l’innesco di un circolo vizioso connotato da eccessiva formazione di residui attivi [i crediti ndr], carenza di liquidità e conseguente continuo ricorso alle anticipazioni di tesoreria”. A ciò consegue un “graduale peggioramento della capacità di pagamento e conseguente crescente accumulo di residui passivi [i debiti ndr], cricità particolarmente evidente nell’esercizio 2019″.

Il peggioramento della riscossione dei crediti

Le riscossioni dei crediti tra il 2015 e il 2019 sono andati in costante peggioramento e anche l’incasso delle somme annualmente previste non è andato bene. Pure l’affidamento del servizio di riscossione al CEP, secondo la Corte dei Conti, non ha portato “segnali positivi rispetto alle riscossioni in conto residui relativamente agli ultimi anni”. In sostanza: il Comune non riscuote abbastanza crediti (le cartelle della Tari soprattutto), quindi non ce la fa a pagare i fornitori ed ha sempre meno liquidità disponibile. Tutto ciò comporta anche l’accumularsi di crediti che probabilmente non potranno essere riscossi.

L’aumento dei residui passivi e dei tempi medi di pagamento

Un’altra conseguenza di questo “circolo vizioso” è l’aumento dei residui passivi, cioè i debiti verso i fornitori, e il peggioramento dei tempi medi di pagamento. Quanto a questi ultimi, l’indicatore di tempestività è passato da 62,75 giorni del 2017 agli 89,42 giorni del 2019 con 5,4 milioni di euro di pagamenti posteriori alla scadenza. Il dato negativo, che potrebbe essere causato dalla carenza di liquidità, ha portato anche a un’ispezione del Ministero dell’Economia e Finanze di cui non si ha però notizia.

I mutui da ricontrattare

Un passaggio la Corte lo dedica anche ai muti. Si tratta in totale di 10,2 milioni di euro di debito da finanziamento derivante da 22 contratti di mutuo, alcuni dei quali molto risalenti nel tempo. Tali mutui hanno scadenza “sino al 2038 e tassi di interesse in molti casi superiori al 4% e al 5%. Si tratta cioè di tassi d’interesse che potrebbero essere ricontrattati, e infatti i magistrati contabili invitano il Comune a “valutare opportune iniziative per la gestione del proprio debito” per pagare meno interessi.

Le “carte” da mettere a posto

Tra le criticità individuate dalla Corte dei Conti ci sono poi alcune “carte” da mettere a posto. Si tratta ad esempio della transazione da 2,7 milioni di euro firmata dal Comune con Lazio Ambiente che però non è stata ratificata dal Consiglio comunale con un’apposita delibera. A parte questo, i magistrati contabili hanno chiesto di monitorare meglio i contenziosi in atto, prevedendo in bilancio i dovuti fondi a copertura del rischio. C’è poi un capitolo sul Consorzio Enti Pubblici, cui il Comune ha affidato la riscossione. La Corte ritiene infatti che non sia soddisfatto il requisito del “controllo analogo”, cioè della capacità del Comune di controllare l’attività del CEP come fosse una propria struttura amministrativa. In proposito va però ricordato che l’Amministrazione ha già disdetto il contratto con il Consorzio, che deve ultimare il terzo anno di attività.

Le buone notizie sul bilancio

Nelle molte criticità riscontrate ci sono però anche delle buone notizie. E queste buone notizie emergono dall’attività istruttoria che si è “intrecciata”, pur senza saperlo, con le indagini della Procura di Velletri. Quest’ultima, come abbiamo già scritto, aveva riscontrato il mancato accantonamento di 580 mila euro nel Fondo Crediti di Dubbia e Difficile Esazione. Inoltre la stessa Procura aveva rilevato un non corretto accantonamento delle somme relative al riaccertamento straordinario dei residui.

Per capirci, le leggi sui bilanci degli enti locali successive al 2011 hanno previsto dei meccanismi per “pulire” i bilanci dal rischio del mancato incasso dei crediti. Questi meccanismi operano tramite la creazione di fondi in cui accantonare annualmente delle somme. Sia la Procura di Velletri sia la Corte dei Conti hanno riscontrato non corretti accantonamenti nei rendiconti 2015-2016-2017. L’analisi della Corte dei Conti ha però riguardato anche i rendiconti 2018 e 2019.

Il miglioramento del disavanzo nel 2018

Proprio nel rendiconto 2018, approvato nel 2019, i magistrati contabili hanno rilevato un “miglioramento del disavanzo di amministrazione conseguito dal 1.1.2015 al 21.12.2018″ che “consente di superare le irregolarità (…) in ordine alla omessa emersione del disavanzo ordinario al 21.12.2014 e alla minore quota di recupero del disavanzo trentennale per gli esercizi dal 2015 al 2017″. Inoltre il mancato accantonamento del Fondo Crediti di Dubbia Esazione del 2016 è stato recuperato successivamente, quando nel 2019 è entrato in vigore il “metodo ordinario” per la quantificazione del Fondo.

Il raddoppio dell’accantonamento al Fondo Crediti di Dubbia Esazione

Chi ha seguito la politica locale ricorderà che proprio in occasione dell’approvazione del rendiconto 2019 si è parlato di un forte aumento del disavanzo di amministrazione. Come scrive la Corte dei Conti, quell’aumento del disavanzo è stato principalmente causato dal “sostanziale raddoppio dell’accantonamento al Fondo Crediti di Dubbia Esazione dal 2018 al 2019”, che ha di fatto recuperato anche i precedenti mancati accantonamenti. Con il “metodo ordinario” per il calcolo del Fondo è stato infatti determinato un maggior disavanzo di 4,9 milioni di euro che il Comune dovrà recuperare in quindici anni di accantonamenti (cioè di minori spese).

Tutto rose e fiori dunque? Non proprio. La questione contabile è una cosa, le indagini di natura penale un’altra. E infatti sono proprio i magistrati contabili, riferendosi alle indagini della Procura, che precisano: “(…) il controllo condotto dalla Sezione (…) non necessariamente esaurisce i profili di irregolarità che possono essere presenti nella gestione degli atti, né comporta valutazione positiva su aspetti non riscontrati o non emersi”. Dunque la vicenda penale segue altre strade. Inoltre rimangono tutte le criticità sulla gestione delle entrate e dei pagamenti. Ma intanto almeno si può dire che le irregolarità contabili sull’accantonamento dei fondi sono state superate.

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