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La capogruppo di “Artena Cambia”: “La pronuncia del Tar non sposta niente, Comune già commissariato da giorni”
I lavori finanziati dallo stato che “non si capisce dove siano finiti”, le tribune dello stadio che non si vedono e altro. Da “Artena Cambia” Silvia Carocci attacca la maggioranza e replica alle dichiarazioni rese ieri dal vice sindaco di Artena Loris Talone. Lo fa con una nota in cui parla di una sentenza del Tar del Lazio che “lascia basiti”.
“La sentenza del TAR Lazio lascia basiti – dichiara la Consigliera –, verrebbe da gridare allo scandalo ma come abbiamo sempre fatto la rispettiamo, anche se non comprendiamo come sia possibile che la stessa vada contro quanto detto dalla prefettura e i pareri del Consiglio di Stato sui quali, tra l’altro, avevamo fondato le nostre ragioni. Stiamo valutando insieme ai nostri avvocati un appello al Consiglio di Stato, visto che sono state necessarie 28 pagine di sentenza per giustificare una decisione inspiegabile”.
“Detto questo, è giusto precisare che la pronuncia del TAR Lazio non sposta assolutamente niente. Artena è stata già commissariata da giorni – afferma la Carocci – perché il Vicesindaco è stato rimosso dal ruolo a seguito di una sentenza penale di condanna per corruzione emessa nei suoi confronti con relativa sospensione, che come le altre sospensioni dei membri della maggioranza non sono certo dipese da nostre denunce. Hanno governato per otto anni e che cosa hanno fatto per Artena?”
“Hanno perso il finanziamento per le tribune del campo sportivo – dichiara l’esponente di Artena Cambia –, non hanno difeso il consultorio, non sono riusciti a realizzare l’isola ecologica e i lavori dei cinque milioni di euro non si capisce dove siano finiti. Non hanno realizzato nessuna opera e avrebbero dovuto dimettersi già mesi fa invece hanno lasciato che arrivasse un commissario a guidare la nostra città. È inutile che facciano scaricabarile perché al governo di Artena in tutto questo lungo tempo ci sono stati loro, nessun altro e dovrebbero assumersi la responsabilità politica di tutto quello che non sono stati in grado di fare”.
