Colleferro, parte Minerva: costi, lavoratori e città servite. E sugli impianti…

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Il presidente Ciacci e il direttore Generale Ermolli, insieme all’assessore Calamita, hanno tenuto stamattina la conferenza stampa che dà il via all’attività della società. Si inizia con nove Comuni serviti: Colleferro, Segni, Labico, Genazzano, Carpineto Romano, Nemi, Gavignano, Gorga e Capranica Prenestina.

IL Consorzio Minerva dopo due anni di gestazione è partito. Stamattina il presidente Alessio Ciacci e il direttore generale Fabio Ermolli hanno tagliato il nastro della nuova sede sociale in via Tiziano 8 a Colleferro, in un’ex scuola, insieme ai Sindaci dei Comuni aderenti. Si tratta di 9 Comuni per un totale di circa cinquantamila abitanti: Colleferro, Segni, Labico, Genazzano, Carpineto Romano, Nemi, Gavignano, Gorga e Capranica Prenestina.

Durante la conferenza stampa l’assessore Giulio Calamita (Colleferro) ha annunciato che il passaggio di cantiere da Lazio Ambiente a Minerva arriverà la prossima settimana. È stato lo stesso Calamita ad affermare che sul Consorzio ci sono “alte aspettative”, ringraziando il direttore generale Ermolli definito una “figura solida che ha resistito a bordate impressionati”. “Bordate” che, successivamente, Ermolli ha identificato nella “pressione fisica ed emotiva” per l’ottenimento delle autorizzazioni e delle certificazioni necessarie a dare il via al Consorzio.

“Minerva – ha riassunto Calamita – nasce per una corretta governance del territorio con la missione di fare una gestione efficiente dei servizi. Se le aziende pubbliche non ricominciano a prendere possesso della gestione dei rifiuti – ha aggiunto Calamita –, andiamo verso la frammentazione e creiamo debolezze in cui possono insinuarsi interessi criminali. In questo momento in cui si parla particolarmente dei rifiuti anche a Roma, vorrei dire – ha concluso Calamita – che noi abbiamo fatto un atto di coraggio dicendo come si risolvono i problemi, pianificando anche gli impianti sul territorio”.

Costi e lavoratori del nuovo Consorzio

Nel suo intervento il presidente del Consorzio, Alessio Ciacci, ha dichiarato la volontà di “costruire esperienze positive che viaggino sul doppio binario dell’efficienza del servizio pubblico e della sostenibilità ambientale”. “Ereditiamo un servizio non al cento percento che miglioreremo nelle prossime settimane, intanto da domani iniziamo a progettare i servizi che vogliamo insieme ai Sindaci”. Ermolli ha invece definito come impegno, imposto dalla normativa, il raggiungimento della tariffa puntuale nel 2020.

A parte le dichiarazioni di intenti e i commenti, i dati più interessanti sono stati quelli su costi e numero di lavoratori, che sono stati il vero problema di Lazio Ambiente. Quanto ai costi, “il dimensionamento organizzativo del Consorzio – ha spiegato il direttore generale – è stato quello fissato dal budget approvato nel piano economico della fine del 2018, in base a quello abbiamo costruito un’organizzazione idonea, adeguata ed efficiente per garantire il servizio minimo. Ciò non ha consentito di integrare tutti i lavoratori di Lazio Ambiente”. Minerva avrà quindi 121 dipendenti, direttore generale compreso. I lavoratori di cantiere saranno 110, con livelli che vanno da 2A a 6A, non oltre. “Non ci sono categorie di settimo livello né quadri”, ha affermato Ermolli. Su tutto ciò si è però successivamente registrata perplessità tra le fila dei sindacati.

Tari: per ora il problema delle riscossioni rimane ai Comuni

Quanto alla riscossione della Tari, per ora il problema rimane in capo ai Comuni. Attualmente Minerva non offre soluzioni alla riscossione delle cartelle che stanno generando crisi di liquidità nei Comuni di tutta Italia. Il problema, secondo l’assessore Calamita, è una “questione fisiologica” che si può attenuare “attivando delle novità che portino all’introduzione di un sistema equilibrato”. A Colleferro, secondo le dichiarazioni di Calamita, l’insoluto Tari è intorno al 10-15 percento. In altri Comuni della zona sfiora invece il 45 percento. Negli anni futuri c’è però la prospettiva per la stessa Minerva di “strutturarsi per la gestione diretta del tributo”.

I rifiuti, le deleghe, la tempistica degli impianti e la strategia comune con Volsca e altri

In fine un altro tema caldo: gli impianti. Il presidente Ciacci durante la conferenza stampa non ha fatto mistero che sullo sviluppo del progetto “Minerva” ci sia stato un sostegno di Volsca Ambiente “e di altri gestori” in termini di consiglio e consulenza informale. L’intenzione dichiarata da Ciacci è quella di “costruire con i vicini una strategia comune” arrivando ad affermare la volontà di “condividere” lo sviluppo dell’impiantistica “con i gestori vicini”.

Rimanendo sull’impiantistica, l’unico step fissato è per la fine della primavera: “Entro giugno – ha dichiarato Ermolli – potremo avere una pianificazione impiantistica”. Sui tempi di realizzazione, bisognerà vedere in base ai progetti e non è escluso che tutta questa condivisione tra aziende possa portare anche ad un’accelerazione su altri impianti pubblici già discussi. Intanto la “partita” dello smaltimento (o della vendita) dei rifiuti differenziati rimane ai Comuni, che gestiranno in proprio, in questa prima fase, le cosiddette “deleghe”.

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