Test sierologici disponibili anche per i privati ma “non c’è patente d’immunità”

Mandalo ai tuoi amici


Segui La Nuova Tribuna su Telegram (clicca qui e iscriviti al canale) o su WhatsApp (clicca qui e registrati)


 

Le Regioni hanno iniziato a comprarne a migliaia e si possono fare anche nei laboratori privati, che però precisano: “Il test negativo non esclude la possibilità di infezione in atto”. E infatti per l’Istituto Superiore di Sanità il test “sicuro” rimane il tampone

Da qualche giorno in tutta Italia si parla di test seriologici per ricercare nel sangue gli anticorpi sars-cov-2 (il coronavirus covid-19). Le Regioni hanno acquistato valanghe di test del genere e lo stesso Governo ha annunciato la somministrazione di 150 mila test per verificare in che modo il coronavirus sars-cov-2 si sia diffuso in Italia. Ma tutto ciò ha una valenza sperimentale e di ricerca epidemiologica: una volta fatto il test, non c’è conferimento di “patenti d’immunità”.

Ad esempio la Regione Lazio ha acquistato 200 mila test sierologici per il 2020 per testare gli agenti di Polizia Locale. I test, nel caso del Lazio, dovranno essere fatti dai Comuni in cui sono in forze gli agenti. Il coinvolgimento degli agenti di Polizia Locale è a titolo volontario. Intanto la Regione sta procedendo a fare i tamponi a tutto il personale delle Asl e poi anche ai privati che lavorano con le Asl. Altre Regioni hanno fatto altrettanto, acquistando centinaia di migliaia di test sierologici e, di recente, anche i laboratori analisi privati hanno iniziato a proporre ai privati test del genere.

La corsa ai test sierlogici è quindi iniziata. Tuttavia, andando a parlare con chi li propone, viene correttamente affermato che l’unico test in grado di dire se si è positivi o negativi al coronavirus sars-cov-2 è il tampone. Il test del tampone, che si fa prelevando campioni biologici dalla gola e dal naso, è però somministrato soltanto dalle Asl. Ed è l’unico convalidato come sicuro dall’Istituto Superiore di Sanità. E allora i test sierologici a che servono? Qual è l’attendibilità del risultato?

Come funzionano e qual valore hanno i test sierologici

A spiegare come si fanno e a che servono questi test sono gli stessi laboratori che li propongono. Iniziamo dicendo che ce ne sono di due tipi: uno da 20 euro e uno da 45 euro. Il primo dà solo un risultato negativo o positivo. Il secondo dà il dettaglio dell’analisi che va a cercare la presenza di immunoglobuline M (IgM) e immunoglobuline G (IgG). Entrambi si fanno con prelievi sanguigni.

Ci è capitato sottomano un volantino che dà informazioni all’utente e, correttamente, spiega che “le diverse classi di immunoglobuline sono prodotte in tempi diversi ma, nel caso di infezione da Sars-cov-2, non vi sono ancora certezze sull’intervallo temporale né sulla sequenza della loro comparsa”. Saltando tutta la parte del dettaglio, vediamo dunque cosa succede una volta fatto il prelievo e l’analisi.

Da un laboratorio che fa questi test, viene spiegato che se l’analisi risulta positiva “l’infezione è avvenuta ma non equivale a protezione”. E si aggiunge: “Il risultato positivo ha valore solo in un contesto di rilevazione epidemiologica sperimentale”. Tuttavia a questo punto sarebbe opportuno comunicare il risultato del test alla Asl per fare il tampone, cioè il test “ufficiale”. Se invece il test risulta negativo ciò “non esclude la possibilità di infezione in atto, anche in paziente asintomatico”. E si precisa: “Qualunque sia il risultato gli utenti devono sempre continuare a seguire le misure di contenimento previste dalla legge”.

Dunque, allo stato della conoscenza, va dubitato di chi propone i test sierologici come mezzi per conferire “patenti d’immunità”. Come dice il prof. Alberto Mantovani all’Adnkronos si può più che altro parlare di “foglio rosa”. Ad oggi non c’è evidenza scientifica su test che possano dire che qualcuno sia un “superman” rispetto al coronavirus. Ciò è quanto dice anche l’Istituto Superiore di Sanità e quanto riaffermano ufficialmente gli stessi laboratori privati quando ricordano che il risultato positivo ha valore solo in termini di “rilevazione epidemiologica sperimentale”. L’affidabilità? Dice l’Istituto Superiore di Sanità: “Attualmente il tampone basato sulla rilevazione dell’RNA del virus è l’unico affidabile per accertare l’infezione da nuovo coronavirus”. Quindi se si vuole provare il test sierologico, si può fare, ma si tenga conto che nessuno può garantirne l’affidabilità al 100%.

WhatsApp Contatta La Tribuna