Dalla zona rossa: Colleferro e lo screening della speranza

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I test continuano al ritmo di 1200 al giorno presso la scuola “Dante” di Colleferro. Fino ad ora trovati 55 nuovi casi positivi: uno ogni centonove persone

Quando arrivi alla scuola “Dante” di Colleferro c’è un agente della Polizia locale che ti accoglie. Ti dà un tagliando per la prenotazione del test che va riempito e poi attendi di essere chiamato. All’interno la scuola è divisa in due aree: una è riservata ai residenti e l’altra agli studenti di tutte le scuole, anche di coloro che non sono di Colleferro.

Davanti all’accettazione dei residenti ci sono quattro file di sedie. Dalla parte degli studenti le sedie sono in circolo. Entrambe le zone sono gestite dagli operatori della Asl Roma 5. È lì che si fanno 1200 test al giorno per individuare i positivi al coronavirus. Nella scuola vengono fatti sia test salivari sia test rapidi. Per i primi il risultato si sa per telefono solo se positivo. Per i secondi il risultato si sa subito e si viene mandato a fare il tampone molecolare all’istante.

Funziona così la macchina dello screening attiva a Colleferro da giorni. Un’organizzazione che ha permesso fino ad oggi di prelevare ed analizzare seimila campioni di saliva, grazie ai quali sono stati individuati altri 55 positivi al coronavirus. Su questo sistema di screening si ripongono tutte le aspettative di uscire dalla zona rossa prima del 7 marzo prossimo. Fino ad ora è stato analizzato il 28% della popolazione ed è stato trovato un positivo ogni 109 persone testate. La speranza è che i dati siano sufficienti per tornare ad uscire di casa, andare al bar, fare compere e riattivare la vita sociale di una città che è un punto rosso in un territorio giallo.

I punti di vista sui dati

Il dato, a seconda di come lo si guardi, può essere incoraggiante oppure no. È ad esempio incoraggiante che il 99,08% della popolazione che è andata a farsi il test è risultata negativa al coronavirus. Se si guarda il dato statistico, si potrebbe anche provare ad azzardare la previsione secondo cui a Colleferro potrebbero esserci intorno alle duecento persone positive, poco meno di cento ancora da trovare. E questo potrebbe essere il punto di vista pessimistico.

In ogni caso ad oggi i positivi al coronavirus a Colleferro sono 113, pari allo 0,5% della popolazione. Un dato al di sotto, ad esempio, di Carpineto Romano, dove risulta positivo l’1,2% dei residenti. Nell’ultima settimana, tra guariti e nuovi positivi, si è passati da 82 casi a 113, con un aumento di circa il 37%, frutto sostanzialmente della grande mole di test eseguiti. Purtroppo non si sa ancora quanti siano i positivi rilevati tra gli studenti e quelli tra i soli residenti.

L’incognita della “variante inglese”

L’altra cosa importante che non si sa è quanti dei positivi siano stati contagiati dalla “variante inglese”. Colleferro è zona rossa soprattutto per la presenza di questa variante del coronavirus e tutti i campioni analizzati dalla Asl vengono mandati allo “Spallanzani” proprio per capire quanto è esteso il contagio. L’unico dato che si conosce ancora oggi è quello dell’ordinanza della scorsa settimana, che riportava 16 accertati di “inglese” tra Colleferro e Carpineto.

Il centro urbano tra passeggiate, controlli e sanzioni

Per chi è stato oggi a Colleferro, non è sembrato di stare in una città fantasma. C’è chi va a fare la spesa, chi va a comprare il giornale, chi in farmacia. Qualche anziano prende il sole in piazza mentre fa quattro chiacchiere con gli amici. Assembramenti veri e propri non ce ne sono ma il motivo per fare una passeggiata non è difficile da trovare. Anche perché 1200 persone al giorno devono comunque muoversi verso la scuola “Dante” per fare il test.

Nel complesso la città rispetta i divieti. Quando qualcuno non li rispetta, arrivano le sanzioni. Negli ultimi giorni sono state fatte sia a qualche attività commerciale sia ai privati cittadini che hanno formato assembramenti. Da quando il Prefetto ha chiarito che l’ordinanza va osservata in modo restrittivo (non si esce e non si entra se non per lavoro, salute e necessità – e fare la spesa a Colleferro non è una necessità), i controlli delle forze dell’ordine sono aumentati. D’altra parte sarebbe un’utopia (o uno Stato di polizia, a seconda dei punti di vista) controllare 21mila persone a cui vanno sommate tutte quelle che si recano a Colleferro per lavoro o che vanno all’ospedale, alla Asl o dal medico. O che da Colleferro escono per gli stessi motivi. Ma tutto sommato non è necessario: la disciplina è prevalente.

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