Lariano – Case popolari, il giorno dopo i sequestri: la sanatoria è ancora aperta

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L’operazione dell’altro giorno alle case popolari comunali riguarda undici persone che sono indagate in un’indagine della Polizia Locale del Comune di Lariano

Ci sono undici indagati nell’operazione che ha portato ieri Polizia locale, Carabinieri e Polizia di Stato a Lariano. Da quanto sta emergendo, tutti sarebbero indagati per aver “invaso” e occupato le case popolari del Comune e tutti sarebbero residenti proprio in quegli alloggi. L’indagine, a quanto sembra, è della Polizia Locale di Lariano che il 14 aprile scorso ha comunicato la notizia di reato alla Procura.

Il decreto della Procura

L’intervento di ieri è stato disposto dalla Procura. Il 28 aprile scorso quest’ultima ha ordinato l’ispezione con conseguente sgombero e sequestro delle abitazioni degli occupanti residenti che non avevano già presentato una domanda di sanatoria “astrattamente accoglibile”. Alcuni degli occupanti sono rimasti nelle case perché avevano già presentato domanda di sanatoria. Altri, che pure avrebbero diritto a chiederla fino a fine mese, sono usciti dagli alloggi, che sono stati sigillati. Le case liberate sono in totale sette.

I trascorsi alle case popolari di Lariano e l’avvio dell’indagine

In passato a Lariano sono state fatte indagini e accertamenti simili, specialmente su immobili dell’Ater provincia di Roma, anch’esso ente pubblico. Ci furono anche arresti per furto di corrente e il sindacato degli inquilini arrivò a denunciare anche la compravendita degli alloggi pubblici. Dopo gli accertamenti dei Carabinieri, la Procura non dispose i sequestri degli immobili occupati e il giudice rimandò le operazioni di sfratto all’ente gestore.

Nella città ci si chiede da chi parta quest’ultima iniziativa, se dalla Procura o dal Comune. I documenti disponibili dicono che a monte di tutto c’è un’indagine della Polizia Locale che è sfociata del decreto della Procura. Come sia partita, se su qualche denuncia avvenuta in passato o d’iniziativa, per ora non si sa. Più interessante sarà verificare se l’operazione sia confinata a Lariano o sia parte di una verifica a tappeto su tutto il territorio di competenza della Procura di Velletri. Se si tratti cioè di un’iniziativa di controllo generalizzata oppure se tutto è legato alle sole case comunali larianesi.

A chi spetta gestire l’eventuale emergenza abitativa?

Spetta comunque al Comune gestire l’eventuale emergenza abitativa seguente agli sgomberi di ieri. La legge regionale assegna infatti ai Comuni il compito di occuparsi delle persone che si trovano senza casa e che non se la possono permettere. A chi ne ha diritto bisognerà assegnare temporaneamente un alloggio. Rimane poi aperta la questione delle sanatorie delle occupazioni abusive.

La sanatoria è ancora aperta: c’è tempo fino al 28 maggio

Alcuni degli occupanti delle case popolari sono lì da anni malgrado ieri non avessero ancora presentato domanda per regolarizzare la loro posizione. Ma i tempi per farlo sono ancora aperti dopo la proroga disposta dalla Regione. La domanda può essere presentata entro il 28 maggio prossimo al Comune di Lariano che dovrà valutarla. Uno degli elementi importanti per regolarizzare l’assegnazione è l’aver occupato l’immobile prima del 23 maggio 2014 (leggi qui i dettagli). Ci si chiede quindi se dopo aver presentato domanda gli occupanti potranno rientrare in un alloggio, sempre che il sequestro cessi.

Una situazione ingarbugliata

L’intervento cade su una situazione abbastanza complessa regolata da una normativa specifica e stratificata a livello nazionale e regionale. Da tempo a Lariano ci si chiede quale sarà il futuro delle case popolari comunali. Negli anni passati la Giunta di centro destra paventò la vendita di parte delle case agli occupanti a prezzi calmierati. Nominò un avvocato per verificare chi ne avesse diritto e chi no. Inoltre, anni fa l’Amministrazione inserì le case sulla piazza in un progetto di demolizione e ricostruzione insieme all’ex palazzo dei beni demaniali. Per farlo, si disse che gli assegnatari sarebbero stati spostati nelle case di via Tevere, sulle quali c’è però un contenzioso milionario. Quel progetto non si è mai concluso.

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