Aperta la stagione della caccia

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Il 4 marzo 2018 si è aperta la nuova stagione della caccia. Il governo giallo-verde pare che abbia una priorità quasi assoluta: salvaguardare i lupi e gli orsi, pare in via di estinzione. E allora a chi dedicano la loro attenzione Di Maio e Salvini (pare che il premier Conte si accodi sempre ai due vice-premier, tanto che in queste ultime settimane non se ne hanno notizie) nella loro sete di caccia? Naturalmente puntano i loro fucili su imprenditori e pensionati, che loro sì sono in via di estinzione. Il bracconaggio era diventato fuorilegge? I fucili del governo, non appena sono nel mirino queste prede, sparano a pallettoni. I cinquestelle hanno iniziato la battuta di caccia con il loro …fantasioso “abbattimento dei vitalizi” per i deputati (peraltro già ridotti con il governo Berlusconi), proseguito con il famigerato “decreto dignità” e con il prossimo “taglio delle pensioni d’oro”.

E’ un tiro al bersaglio umano di stampo vetero-comunista. E la Lega che fa? Non pervenuta se non con un rinnovato “contributo di solidarietà”. Volontario? No, obbligatorio! Certo, gli orsi e i lupi sono esseri viventi e senzienti e non vanno abbattuti, ma l’essere umano non deve essere protetto? Il cosiddetto “decreto dignità” si propone di raggiungere l’obiettivo di far costare di più il lavoro, con lo scopo di far crescere le imprese in produttività e innovazione (così dixit un consigliere del ministro del lavoro(sic!). Come si può pensare che se un lavoratore costa di più l’imprenditore è costretto a fare meglio? Posizione ideologica o…folle?

I lavoratori e gli imprenditori sono dalla stessa parte: i primi non ci sarebbero senza i secondi. Caccia anche alle “pensioni d’oro” perché secondo Di Maio sono dovute a privilegi, ignorando che queste sono dovute a semplicemente a una normativa allora in vigore prima della riforma Dini. Il ricalcolo di queste pensioni andrebbe a toccare i “diritti acquisiti”. Si andrà in porto, o meglio, se i colpi del fucile da caccia raggiungeranno le… prede, i più colpiti potrebbero essere proprio gli operai e gli impiegati, categorie alle quali il Di Maio pensa di rivolgersi. Con buona pace degli artt. 53 della Costituzione sulla capacità contributiva e 3 sull’uguaglianza di trattamenti a parità di trattamento. Avanti tutta a sinistra! O siamo su Scherzi a parte?

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