Il nuovo “fronte” è per una sanità migliore

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di Luigi Biagi

Sul potenziamento, la riqualificazione e l’adeguamento dell’ospedale “Parodi Delfino” di Colleferro e sul miglioramento dei servizi sanitari del Distretto Asl si gioca la battaglia fondamentale per la qualità della vita di chi abita ad Artena, Colleferro, Valmontone, Segni, Montelanico, Carpineto Romano, Gorga, Gavignano, Paliano e zone limitrofe. Non può sfuggire che da tempo il Pronto soccorso colleferrino è associato a casi pubblicamente denunciati dagli utenti. Se anche il sindaco Sanna parla di “persistente condizione di estrema difficoltà” è evidente che il problema esiste ed è grave. Se poi sia dovuto all’organizzazione, alla mancanza di personale o ad altro, non spetta a noi dirlo ma è certo che tocca alla Asl risolverlo.

Soprattutto va risolto il problema dell’appetibilità che riguarda tutti i pronto soccorso: se in un concorso da 36 posti in pronto soccorso alla Roma 6 si presentano 3 persone e in un concorso da 29 posti alla Roma 5 se ne presentano 4 (di cui 2 specializzandi) bisognerà pur chiedersi il perché. E il motivo è che i medici dei Pronto soccorso, a volte con partita Iva o contratti interinali, sono pagati anche 35 euro l’ora in meno (dipende dalle Asl) di quelli che la Regione ha fatto assumere per fare i vaccini e allo stesso tempo sono sottoposti a maggiore stress e a più rischi. Spesso operano in carenza di organico, costituendo comunque la prima barriera di soccorso per chi è in grave difficoltà. In queste condizioni, preferireste voi di fare i medici del pronto soccorso a Colleferro o Velletri piuttosto che aspirare ad altri incarichi?

Fatte queste considerazioni generali, ci sono i problemi locali. Ciò che non può sfuggire è che solo qualche settimana fa a Velletri la Asl Roma 6 ha presentato un piano da 27 milioni di euro per riqualificare l’ospedale veliterno. Quel piano è stato finanziato dalla Regione nei giorni scorsi senza batter ciglio, anzi suggellato dall’impegno solenne dell’assessore D’Amato. Inoltre la Asl dei Castelli sta per avviare i lavori con cui realizzerà a Lariano una casa della salute ospitata da locali comunali.

Tutto ciò, messo a contrasto con la situazione del distretto Asl di Colleferro, lascia perplessi. Se si pensa che il nuovo reparto di terapia sub-intensiva è stato realizzato grazie a una donazione dell’Avio, ci si chiede quali fondi la Regione e la Roma 5 vogliano impegnare per la sanità della zona, a parte quelli per il drive-in di Valmontone e per la nuova Tac annunciata. E ci si chiede se è mai possibile che una famiglia debba portare i propri bambini al Nuovo Ospedale dei Castelli di Ariccia o al Bambin Gesù di Roma in caso di emergenza.

Forse quel che manca è una vera pressione politica e sociale nei confronti della Regione e della Asl. A parte alcune persone, l’impressione è che le forze politiche del territorio esercitino una pressione complessiva ancora troppo blanda sui problemi della sanità. Che una parte del problema sia l’intreccio esistente tra esponenti politici, lavoro, consenso e sanità? Non può sfuggire, infatti, come la classe politica della zona sia costellata di esponenti che si trovano alle dipendenze della stessa Asl, verso la quale dovrebbero schierarsi pur avendo una posizione contrattuale complessivamente debole.

Eppure ci si aspetterebbe di più da un territorio che fino all’altro giorno ha avuto due onorevoli. Soprattutto si aspetterebbe di più la popolazione, che un giorno premierà chi riuscirà a imporre un miglioramento. Anche perché, dopo anni, il fronte dei rifiuti sta perdendo significato mentre quello per un potenziamento dei servizi sanitari è un problema sempre più sentito su cui si prende posizione ancora troppo poco. Una proposta? Tutti i Consigli comunali dei Comuni del distretto Asl di Colleferro non farebbero male a mettere alle strette Asl e Regione, chiedendo decisamente e a una sola voce di trovare soluzioni migliorative per la sanità della zona.

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