“Franceschino” Palone nei cuori degli Sbandieratori e Musici di Artena

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Gli Alfieri e Musici del Cardinal Borghese hanno intitolato la loro sede a Francesco

Francesco Palone è venuto tragicamente a mancare il 27 giugno dello scorso anno. “Franceschino” era uno dei ragazzi degli Sbandieratori e Musici del Cardinal Borghese, l’associazione di Artena che tanti premi ha vinto e continua a vincere in tutta Italia.

La tragedia di un anno fa ha colpito tutti e la memoria del ragazzo è viva ancora nei cuori degli artenesi. E continuerà a vivere nella memoria pubblica dell’associazionismo.

A Francesco Palone ieri pomeriggio gli Alfieri e Musici del Cardinal Borghese hanno intitolato la nuova sede, alla presenza della mamma Marina, del papà Massimo e dei fratelli Simone e Emanuele. Si tratta del locale adiacente alla chiesa di Santo Stefano, concesso dalla parroco Don Daniele e arredato dal gruppo presieduto da Vito Notarfonso. Accanto all’entrata della sede è stata posta una targa in maioliche, proprio in memoria di Francesco.

L’inaugurazione, con il taglio del nastro, è avvenuta alle 18.30, dopo una messa in memoria del ragazzo a cui hanno partecipato i familiari, gli Sbandieratori e i Musici di Artena, gli Sbandieratori di Cori e quelli di Velletri. Sono seguiti gli interventi di Valerio Macellari e di Vito Notarfonso, che ha ricordato come tra qualche giorno il gruppo artenese sarà impegnato nella Tenzone Argentea a Ferrara (organizzata dalla Federazione Italiana Sbandieratori).

Dopo i discorsi di rito sono stati i familiari di Francesco a svelare la targa in memoria del ragazzo. Successivamente è intervenuto anche il Sindaco Felicetto Angelini, che ha avuto parole di apprezzamento per il gruppo culturale artenese.

La scelta degli Sbandieratori di prendere una sede nel centro storico è stata mirata. Il gruppo si rifà alla storia di Artena, in particolare ai fasti del periodo Sei-Settecentesco in cui la casata Borghese rinnovò Montefortino e ne fece un centro illustre di cultura ed economia. Prendere una sede nel cuore del centro storico – è stato argomentato – vuol dire tornare a far vivere le radici della nostra comunità.



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