Doping: 55 perquisizioni in Italia, un arresto ad Artena. È l’operazione che parte da Ascoli Piceno

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I Nas di Ancona e i Carabinieri del Comando Provinciale di Ascoli Piceno hanno disarticolato un giro d’affari stimato in mezzo milione di euro l’anno fondato sul commercio illegale di farmaci dopanti provenienti dall’Est Europa

Un fiorente commercio di farmaci dopanti, con diramazioni in tutta Italia, ha portato, nei giorni scorsi, all’arresto di un artenese e a 55 perquisizioni in tutta Italia. Le misure sono state eseguite dai Nas di Ancona e dai Carabinieri del Comando Provinciale di Ascoli Piceno. Ad Artena, durante la perquisizione domiciliare, eseguita col supporto dei militari di Artena e Colleferro, a un artenese è stata trovata una rilevante quantità di farmaci dopanti e soprattutto del nandrolone, una sostanza inserita nella tabella degli stupefacenti, che ha fatto scattare l’arresto.

Nell’indagine, iniziata ad Ascoli e coordinata dalla Procura di Ancona, sono coinvolti a livello nazionale 55 persone. Di queste, quattro sono della provincia di Roma: due di Artena (arrestato compreso), una di Roma e una di Civitavecchia. Nel complesso è stato fatto un solo arresto e sembra che l’artenese finito in carcere fosse il fulcro di questo commercio illegale di farmaci dopanti.

Quelle sostanze venivano acquistate nell’est Europa (Bulgaria e Polonia) e poi rivendute tramite social network. Una volta raggiunto l’accordo, secondo quanto riferiscono fonti investigative, i farmaci venivano spediti a consumatori e rivenditori al dettaglio tramite corriere, in un sistema di acquisto e rivendita completamente al di fuori del mercato legale.

Gli indagati sono tutti italiani e la Procura di Ancona li ha “ritenuti, a vario titolo, responsabili di ricettazione, utilizzo o somministrazione di farmaci o di altre sostanze al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti, nonché importazione illegale e vendita di medicinali al pubblico a distanza mediante i servizi della società dell’informazione senza autorizzazione”.

L’indagine in questione è iniziata nel 2018 a seguito di attività informativa sviluppata dalla Stazione Carabinieri di Villa Pigna Bassa di Folignano (AP), con accertamenti nei confronti di un soggetto di Folignano. Secondo quanto riferisce una nota dell’Arma, l’indagine ha consentito complessivamente di ricostruire i ruoli e le funzioni degli indagati, residenti oltre che in provincia di Roma, in altre 29 distinte province. Costoro erano impegnati, con una struttura reticolare (quindi non si trattava di un’associazione), a proporre tramite vari social in tutto il territorio nazionale, sia a consumatori che a rivenditori al dettaglio, ingenti quantitativi di farmaci ad effetto dopante.

Il giro d’affari scoperto, anche attraverso l’analisi di conti correnti, le transazioni avvenute sulle carte di pagamento e le spedizioni postali, è stato stimato in oltre mezzo milione di euro l’anno. Inoltre è stato riscontrato “l’utilizzo di ricette mediche falsificate, da parte di alcuni indagati, al fine di approvvigionare ulteriori prodotti, provenienti dal circuito regolare nazionale”. Nel corso delle 55 perquisizioni sono state sequestrate migliaia di confezioni di farmaci ad effetto dopante, tra cui nandrolone, testosterone, ormone della crescita e steroidi anabolizzanti.

Le perquisizioni sono avvenute nelle province di: Ascoli Piceno, Bari, Barletta-Andria-Trani , Brescia, Cagliari, Cremona, Ferrara, Foggia, Latina, Lodi, Lucca, Massa Carrara, Messina, Milano, Padova, Parma, Perugia, Pesaro-Urbino, Reggio Calabria, Roma, Savona, Siracusa, Taranto, Terni, Torino, Trapani, Treviso, Trieste, Varese e Viterbo.

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