Con ristoranti e pub il centro storico di Artena sta riprendendo vita

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Sull’onda lunga di “Città Presepe” l’enogastronomia guida la rinascita del centro storico “non carrabile più grande d’Europa”. C’è ancora da fare ma intanto oltre ai locali sta arrivando anche qualche “lusso”

La vita sta riaffiorando nelle cantine del centro storico di Artena. Sull’onda lunga di Artena Città Presepe, che negli ultimi anni ha permesso l’avvio di cantine legate all’enogastronomia, alcuni privati hanno preso ad investire le proprie risorse nel centro storico. I risultati degli investimenti si stanno palesando in queste settimane, dopo un periodo in cui nel “borgo non carrabile più grande d’Europa” aveva chiuso di tutto.

Da sinistra: Raffaele. Paolo e Giovanni de Il Mulo Brigante

Così a giugno c’è stata la prima inaugurazione. Quello che una volta era “La locanda del Principe” è stata trasformata in un pub (per la verità una birreria-enoteca) grazie agli investimenti di tre soci: Giovanni, Raffaele e Paolo. Il locale, che è stato denominato “Il Mulo Brigante” (clicca per i contatti), è stato ristrutturato riportando a vista la roccia su cui è scolpita Artena, è stato ampliato e presto in una bella cantina rocciosa troverà spazio un’enoteca. Intanto la birra che viene servita ogni sera è tra le migliori della zona (ma questi sono gusti) e si sposa benissimo con la vista, affascinante di sera, sulla valle e sui Monti Prenestini, con la facciata di Palazzo Borghese che fa da cornice.

Al centro Vito e Fernanda de “Il ciabattino” con il sindaco Angelini e l’assessore Caschera

Nei giorni scorsi un’altra attività ha segnato il lento passo della rinascita. Primo tra tutti, nel centro storico è tornato un ristorante. Si trova in vicolo Cardarelli, a pochi passi da Santo Stefano, e rappresenta l’avventura e la sfida di Vito e Fernanda. Il ristorantino è stato ricavato da una vecchia cantina in cui una volta operava un ciabattino ed è per questo motivo che è stato chiamato “Il ciabattino” (clicca per i contatti).

Dopo aver superato i molti problemi legati alle ristrutturazioni nel centro storico, tra trasporti e allacci delle utenze, Vito e Fernanda hanno inaugurato l’attività alla fine della scorsa settimana. Si tratta di un localetto grazioso che si inserisce in uno scorcio di vero centro storico. Raggiungibile a piedi, come l’altro locale è stato curato nei minimi dettagli. La filosofia gastronomica è semplice: puntare sulla tradizione e sui prodotti locali, dal formaggio al pane alle mozzarelle e via dicendo.

Il paradosso degli standards urbanistici

Le nuove attività si aggiungono a quei piccoli esercizi che hanno resistito al tempo: dall’alimentari di via Cavour all’ortofrutta di via Santa Maria, dal circolo Arci di piazza della Resistenza al bar di piazza della Vittoria. Piccole attività che sono soltanto una minima parte rispetto a quelle che fino al ‘90 erano presenti nel centro storico. E malgrado un tempo l’area pullulasse di macellerie, rivenditori, bar, pizzerie e ristoranti, oggi aprire un locale comporta il paradosso di dover monetizzare i parcheggi.

Secondo la legge, infatti, l’apertura degli esercizi commerciali è condizionata alla disponibilità dei parcheggi. Se non ci sono le attività commerciali vengono chiamate a “monetizzarli”, cioè a pagare un quantum al mq che incide dai mille ai tremila euro per delle metrature contenute. Un obbligo un po’ paradossale per un centro storico non carrabile in cui gli esercizi commerciali (anche se poi chiusi e ora riaperti) erano presenti già prima delle automobili.

Senza nemmeno pensare che si tratta di un luogo in cui oggi abita nemmeno un quarto della popolazione che c’era prima. Per favorire l’effettiva rinascita sarebbe d’aiuto, oltre a una maggior cura e pulizia dei luoghi pubblici, che le Istituzioni prevedano nuovi parcheggi e nuovi punti d’accesso, così come era stato già progettato, anche per evitare che lo sviluppo si trasformi in una lotta per il posto auto tra residenti e avventori.

Ma la lenta rinascita prosegue

La lenta rinascita delle piccole attività legate all’enogastronomia non è però terminata. Senza anticipare nulla, ci risulta che un’altra attività si sta preparando ad aprire e dovrebbe essere pronta per la prossima edizione di Artena Città Presepe, che a questo punto è sempre più attesa. La manifestazione ideata dal vice sindaco Talone l’anno scorso ha fatto registrare un successo soprattutto per le diverse cantine che sono state aperte. Nel periodo primaverile era stata costituita anche l’associazione Artena Città Presepe che aveva eletto presidente lo stesso Talone.

I lavori per la realizzazione della sauna finlandese

Da pochi giorni l’Amministrazione comunale di Artena ha chiesto un contributo alla Regione per la realizzazione della sesta edizione. La macchina organizzativa deve prendere il via: la speranza è che parta prima di settembre. Intanto la scomoda Artena si sta dotando anche di qualche comodità o, per meglio dire, qualche lusso. Con un’operazione tanto paradossale quanto interessante definita “operazione di agopuntura”, gli allievi della scuola di Biourbanistica organizzata da Stefano Serafini stanno riqualificando una cantina comunale, sotto piazza della Resistenza, trasformandola in una sauna finlandese ad uso comune. Chissà che non possa essere aperta, su prenotazione, proprio per Artena Città Presepe?

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