19,8 miliardi “in palio” nei prossimi anni e Artena ha almeno due “assi” da giocare

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L’ultima Legge Finanziaria ha stanziato 8,5 miliardi di euro per la rigenerazione urbana, 8,8 miliardi per la messa in sicurezza del territorio, 2,5 miliardi per l’abbattimento delle barriere architettoniche e altro. Artena potrebbe avere i requisiti per lanciare un grande intervento di riqualificazione del centro storico: servono le idee e la volontà di farlo

artena torre acqua centro storico

Sulla torre dell’acqua di Artena si è arrivati ad un punto morto. Nel mese trascorso si sono susseguiti gli interventi di politici (per la verità pochi e non di tutti gli schieramenti) e di professionisti. Sui social gli artenesi si sono largamente espressi sia a favore sia contro la riqualificazione. Il dibattito si è un po’ spento perché, a parte l’intervento del prof. Mazzola, nessuno ha dato indicazioni su fonti di finanziamento da utilizzare. Nettamente per la riqualificazione si è espresso il Consigliere Erminio Latini mentre da parte dell’Amministrazione è ancora in corso un dibattito interno, anche alla luce del “colpo di scena” relativo al programma elettorale di Artena Rinasce. Eppure quanto è accaduto qualche anno fa a Lariano potrebbe essere d’insegnamento.

1,9 milioni partendo da un prato e da un’idea

Qualche anno fa l’Amministrazione comunale di Lariano riuscì ad ottenere quasi due milioni di euro da un prato. Non si intende dire che i soldi spuntino dall’erba, come non maturano sugli alberi. Però pensateci: Lariano aveva uno spazio su cui si svolgeva già da qualche tempo la Sagra del Fungo Porcino. E nell’aria c’era un’idea: la realizzazione di un’area fieristica stabile con parcheggi, attività sociali e una cavea. Con un progetto di massima pronto, appena c’è stata l’occasione, l’Amministrazione è riuscita a farsi finanziare quell’idea rispondendo a un bando del Governo. Il finanziamento è stato di 1,9 milioni di euro e attualmente i lavori sono in corso.

I 19,8 miliardi a disposizione dei Comuni nei prossimi anni

Di un bando come quello sfruttato da Lariano non si è parlato fino a qualche mese fa quando il Parlamento, con la Legge Finanziaria, ha fatto degli stanziamenti importanti. Si tratta di fondi che saranno assegnati annualmente tramite avvisi approvati con più Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri (i famosi DPCM che ormai tutti conosciamo).

8,5 miliardi per la rigenerazione urbana

Per la rigenerazione urbana lo Stato ha previsto 8,5 miliardi di euro, spalmati nei prossimi 14 anni. Ad essere finanziati saranno programmi di riqualificazione urbana che saranno presentati dai Comuni. Nello specifico, la legge dice che “per ciascuno degli anni dal 2021 al 2034, sono assegnati ai comuni contributi per investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale, nel limite complessivo di 150 milioni di euro per l’anno 2021, di 250 milioni di euro per l’anno 2022, di 550 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023 e 2024 e di 700 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2025 al 2034”. Per capire come saranno assegnati i fondi si attende ancora un DPCM che sarebbe dovuto uscire entro il 30 gennaio scorso.

Altri 8,8 miliardi per la messa in sicurezza di edifici e territorio

Ma le risorse non sono le uniche in palio: come spiega fasi.biz, ci sono altri 8,8 miliardi di euro destinati ai Comuni (dal 2020 al 2034) per la messa in sicurezza di edifici e territorio. Vi si aggiungono altri 2,5 miliardi dal 2020 al 2024 (500 milioni all’anno) per la realizzazione di opere pubbliche di efficientamento energetico e per lo sviluppo territoriale sostenibile (“ivi compresi interventi in materia di mobilità sostenibile, nonchè interventi per l’adeguamento e la messa in sicurezza di scuole, edifici pubblici e patrimonio comunale e per l’abbattimento delle barriere architettoniche).

Chi paga i progetti? Fondi anche per quelli…

Sì, va bene, ci saranno i soldi per i lavori ma i progetti chi li paga? Anche a quel problema c’è la soluzione. Ancora la Finanziaria stanzia infatti 2,7 miliardi (dal 2021 al 2034) per la progettazione definitiva ed esecutiva “relativa ad interventi di messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico, di messa in sicurezza ed efficientamento energetico delle scuole, degli edifici pubblici e del patrimonio comunale, nonche’ per investimenti di messa in sicurezza di strade”.

L’esempio del Piano nazionale di riqualificazione sociale e culturale del 2015

Ovviamente non sappiamo quali sono i criteri per assegnare le risorse finalizzate alla rigenerazione urbana. Però si può fare qualche esempio sul passato. Se si prende il bando del 2015 sul “Piano nazionale per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate” (sta qui), si scopre che i criteri da soddisfare erano due. Il primo era “l’indice di disagio edilizio”, che prendeva in considerazione la presenza di edifici residenziali in pessimo o mediocre stato di conservazione. L’altro invece riguardava il disagio sociale. Se questi due criteri si ripeteranno nel prossimo bando potrebbe costituire una marcia in più per provare ad avviare sul centro storico un grande piano di riqualificazione.

Chi ha presentato domanda nel 2015 ha ancora qualche possibilità

Va notato che nel 2015 arrivarono 451 proposte da parte dei Comuni di tutta Italia per un totale di 661,5 milioni di euro richiesti (ecco la graduatoria). Ne furono finanziate 45, per 77 milioni di euro. La novità di quest’anno è che il DPCM del 20 gennaio 2020 ha stabilito che gli altri Comuni oltre i 45 finanziati potranno beneficiare del contributo, firmando la necessaria convenzione, “in presenza di disponibilità finanziarie, entro il 31 dicembre 2022”. Chi si è attestato in alto nella graduatoria può dunque ambire ancora ad essere finanziato (ma purtroppo non ci sono Comuni della zona – Valmontone che ha chiesto un milione di euro è abbastanza distante nella classifica).

Gli interventi finanziati col bando del 2015

Cosa si è finanziato nel 2015? C’era la riqualificazione di edifici pubblici o privati di interesse pubblico; interventi di riqualificazione di beni pubblici e privati volti ad attivare servizi di mediazione culturale, servizi di sostegno alla famiglia; finalizzati a garantire la sicurezza e la salubrità dell’abitare o ad insediare nuove attività imprenditoriali giovanili; o infine interventi finalizzati al risparmio energetico, la mobilità alternativa, il ciclo virtuoso dei rifiuti, la sostenibilità ambientale complessiva degli interventi.

Alcuni esempi concreti di progetti finanziati: Ancona e Biella

Tra i Comuni finanziati ce ne sono di grandi e di piccoli. Tanto per fare qualche esempio, ad Ancona hanno finanziato la riqualificazione di un quartiere, con 5 interventi a carattere urbanistico–edilizio e un’attivazione-implementazione di servizi. Si è finanziato un Social Lab, un parco, interventi di edilizia sociale, la riqualificazione di una palestra e un centro servizi integrato (leggi qui il dettaglio).

A Biella gli interventi finanziati (lo racconta La Stampa) hanno riguardato la sistemazione di un campo sportivo, con nuovi spogliatoi, nuova illuminazione e nuovi giochi. E poi ancora il miglioramento del decoro urbano, progetti contro il bullismo e un incubatore di imprese artigiane.

I progetti di Cerignola, Monteprandone e Casale Monferrato

A Cerignola il progetto vincitore ha previsto la sistemazione di strade e marciapiedi, e l’attivazione di servizi per il comparto sociale e culturale. Il Comune di Erice, in provincia di Trapani, è riuscito a costruirci un centro polivalente, ad attivare degli orti sociali, ad intervenire su pubblica illuminazione e palazzine popolari (ecco la notizia).

Non da meno è stato il Comune di Monteprandone, 12 mila abitanti circa in provincia di Ascoli Piceno. Lì l’Amministrazione sta usando 1,9 milioni di euro di contributo statale per servizi e riqualificazioni. Nel dettaglio: percorsi di sostegno scolastico ed extrascolastico, la realizzazione di una ludoteca e di una libreria sociale, la realizzazione di una rete wireless di quartiere, l’attivazione di corsi di italiano per stranieri, nuovi parcheggi, tre parchi pubblici, un impianto sportivo, una pista ciclabile etc etc. (leggi qui l’elenco completo).

Tra i tanti finanziati, ne citiamo un altro: il progetto di Casale Monferrato (qui il dettaglio degli interventi). In quel caso il Comune si è fatto finanziare la riqualificazione del quartiere di Borgo Ala. Nel progetto ci sono riqualificazioni ambientali, ristrutturazioni finalizzate all’attivazione di servizi sociali come un nuovo centro anziani o un locale per il co-working, nuovi parcheggi, rifacimento di strade e altro.

Una proposta per Artena

Ma torniamo a noi e alla nostra realtà: la concorrenza sarà ardua perché i contributi a fondo perduto fanno gola. Partiamo da un dato di fatto: il centro storico ha evidenti problemi “di marginalizzazione e degrado sociale“, nonché l’esigenza di “miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale“. Di questo bisogna prendere atto e farne un punto di forza, come si è fatto con lo stato del bilancio comunale al fine di ottenere i famosi 5 milioni di euro e gli altri 2,4 assegnati di recente. Certo, bisognerà avere qualche idea buona che sia compatibile con gli interventi da finanziare.

Se i criteri e gli interventi ricalcheranno quelli del Piano nazionale di riqualificazione sociale e culturale, un’idea potrebbe essere quella di unire l’antico e il moderno in un’ottica di valorizzazione dell’identità della comunità. E in quel caso la torre dell’acqua (demolizione o no) potrebbe essere un “asso” da giocare insieme al centro storico. Come vedreste un centro storico più accessibile, hi-tech e informatizzato, con spazi dedicati all’arte, alla musica e alla formazione di artigiani restauratori, con strade ben fatte, una parete d’arrampicata sportiva tra centro urbano e centro storico e un centro informativo-turistico con annesso museo identitario nella torre dell’acqua?

È solo un esempio per lanciare un’idea e può essere l’occasione per iniziare una vasta ristrutturazione edilizia e socio-culturale del centro storico, dotandolo degli spazi culturali e sociali a cui i Borghese non pensarono nel 1600 e risolvendo anche situazioni pericolose su piazze pubbliche. Non piace questa idea oppure non sarà in linea con i bandi che usciranno? Tiratene fuori qualcun’altra (e mandatecela a redazione@lanuovatribuna.org – pubblicheremo le migliori) perché i soldi sono lì, bisognerà essere preparati e sarebbe imperdonabile non provare a prenderli.

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